Mar 16 Apr 2024
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Bevacqua ed i numeri di Demoskopica

“Se qualcuno credeva ancora alla favola di un’autonomia regionale differenziata che favorirebbe il Sud, e la Calabria in particolare, i numeri pubblicati da Demoskopika fanno piazza pulita anche di questo mito: una eventuale adozione del nuovo sistema comporterebbe, da subito, una perdita secca per la Calabria pari a 1 miliardo e 300 milioni, che si tradurrebbe in tagli ai servizi o aumento delle tasse per un pari importo”. Si esprime senza giri di parole il consigliere regionale Bevacqua, fra i primi nella nostra regione a mettere in guardia contro i rischi del cosiddetto regionalismo differenziato. “È almeno un anno – prosegue Bevacqua – che vado dicendo in tutte le sedi che le intese in via di definizione fra Governo e Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, sono la negazione della coesione nazionale e minano alla radice le ragioni di unità reale del Paese: chi mi accusava di combattere contro i mulini a vento, forse ora capirà chi era a stare con testa per aria. Non è una questione di meridionalismo piagnone, è una questione di leggere quanto è stato messo nero su bianco e trarne le logiche conseguenze. È esattamente quello che sto facendo, portando la questione all’attenzione dei colleghi delle altre regioni meridionali. Se è vero, com’è vero, che i fabbisogni standard dovrebbero essere definiti in base al gettito maturato sui territori, la conseguenza è chiarissima: i fabbisogni dei calabresi sarebbero parametrati ai 16 mila euro annui di redito medio pro-capite, quelli delle regioni del nord sarebbero parametrati ai 32 mila euro di redito medio pro-capite. In pratica, si andrebbe a sancire per legge una cittadinanza di serie A e una di serie B, con i calabresi condannati, sempre per legge, a una sanità, a una istruzione e a una mobilità sempre minori e sempre peggiori”. “Tutto ciò –conclude Bevacqua – può essere chiamato in un solo modo: secessione dei ricchi. L’ho detto in occasione dell’incontro tenutosi a Roma fra i dirigenti PD, lo ribadirò in Direzione nazionale: un partito realmente riformista deve avere come punti fermi l’uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini della Repubblica e una visione socialmente ed economicamente unitaria del Paese. In questo io credo, su questo mi impegnerò senza risparmio”.