Giovedì 28 febbraio 2019 all’ Ubik di via XXIV Maggio (CS) si è tenuta la presentazione del nuovo volume, “Ornitottero”, di Nazareno Loise, giovane autore calabrese con formazione classica e già autore di un libro, “Nera Semenza”, formato da dodici racconti incentrati sulle dinamiche psichiche e sociali dell’essere umano. Questa nuova pubblicazione ha un’aria completamente diversa dalla prima, non solo per la maggiore maturità dell’autore, ma anche per quanto riguarda lo stile, in quanto vi è un cambio di genere passando dalla prosa alla poesia.
Durante la presentazione si è affrontato il tema principale del libro ovvero la continua ricerca dell’uomo di superare il proprio limite più grande, volare, attraverso un dialogo tra l’autore, Nazareno Loise, e il direttore della collana “I Grazianei” Enzo Ferrari; il tutto è stato reso ancora più piacevole dagli interventi musicali e recitativi di Francesca Paola Sirianni, violinista diplomata in conservatorio e Ugo Celestino, giovane ragazzo del cosentino con la passione per il teatro.
Oggi ho avuto il piacere di intervistare l’autore che, ripartendo dai racconti del primo libro, ha spiegato come è arrivato alla decisione di cambiare genere, non riservandosi di lasciare utili consigli in particolar modo ai giovani che vogliono avvicinarsi al mondo della prosa e della poesia.
Partiamo dalle origini cosa lo ha spinto ad approcciarsi al mondo della scrittura e in particolare ai temi trattati dal suo primo libro?
E’ nato tutto un po’ per caso, non per volontà. Una volta trovate le condizioni giuste, nonostante la giovane età, mi sono cimentato in una prima esperienza; le motivazioni sono sempre duplici, una un sogno emotivo di esprimere le proprie emozioni e sensazioni ma anche quella di mettersi in gioco in un’attività che spero possa essere il mio futuro.
Il primo libro consta di dodici racconti che tentano di scavare in alcune dinamiche psichiche e sociali un po’ ai margini, ai bordi, della cosiddetta normalità quindi si possono trovare prostitute, matti, anoressici e transessuali.
Oggi a un po’ di tempo di distanza viene presentato il suo nuovo libro, com’è cambiato in questo periodo il suo rapporto con la scrittura e come mai questo cambio di genere?
Più che altro è cambiato il rapporto con la lettura, gli anni che passano sottintendono un certo carico di lettura in più, quindi il prossimo libro è sempre quello, non dico quello meglio riuscito, ma più maturo senz’altro. E’ un nuovo genere quello della poesia anche se racconto e poesia hanno molto in comune in quanto oltre alla brevità anche la genesi della poesia e del racconto sono molto simili in quanto risultano essere delle esperienze brevi, di rottura che nascono da questo piccolo momento di deviazione della realtà. La poesia come per i racconti è anche per caso, poi una volta scoperto che mi piaceva farlo ho continuato, poi con che risultati si vedrà.
Quindi al perché ha deciso di scrivere questo libro come può rispondere, sempre per caso?
No questa volta c’è stata più volontà dietro, volontà anche di cambiare genere, è stato un po’ un innamoramento dovuto alle letture, quindi questa voglia non tanto di mettermi in gioco ma di cimentarmi in qualcosa che non mi era mai appartenuto prima di adesso.
Che messaggio vuole trasmettere con questo libro?
Nessun messaggio da trasmettere, parafrasando Cortázar: “la comunicazione si dà a partire dalla poesia, non per mezzo della poesia”. Semmai ci possa essere un messaggio è più che altro un’esortazione, un invito a frequentare la poesia.
A quali autori si ispira maggiormente?
Per quanto riguarda la narrativa Gesualdo Bufalino, Julio Cortázar ed Edgar Allan Poe; per quanto riguarda la poesia Thomas Stearns Eliot, Gregory Corso ed Eugenio Montale.
Quali libri consiglierebbe ad un ragazzo che vuole approcciarsi al mondo del romanzo e della poesia?
Ai ragazzi che vogliono approcciarsi al mondo della narrativa consiglio, preliminarmente, di fare una bella “scorpacciata” di autori Russi e Francesi come Dostoevskij e Maupassant, consiglio Moby Dick, Kafka e per preferenza personale consiglio “diceria dell’untore” di Bufalino e i racconti di Poe.
Per quanto riguarda il mondo della poesia consiglio, come dicevo prima, Eliot in particolare “Gli uomini vuoti” e “La terra desolata”, “Gasoline” di Gregory Corso e Majakovskij, tanto Majakovskij.
Enrico Newton Battaglia