Si è spento anche Paolo Rossi. Il Mondo piange ancora; a pochi giorni dalla scomparsa di “mostri sacri” come Proietti e Maradona, la notizia della scomparsa di Paolo Rossi squarcia il silenzio della notte del 10 dicembre di un anno (2020) che sembra non voler dare un attimo di tregua.
Estate 1982… gli azzurri, guidati da Bearzot, si resero protagonisti di una cavalcata storica che culminò nella notte dell’11 luglio quando, a Madrid, l’italia conquistò il terzo alloro mondiale battendo la Germania Ovest.
Il rapido Conti, Gentile con la storica marcatura su Maradona, Tardelli e l’indimenticabile “Urlo”, il giovanissimo Bergomi (18 anni) e il “grande” Dino Zoff (40 anni). Una Nazionale difficile da dimenticare anche per chi, come me, l’ha conosciuta attraverso racconti che rimandano all’Epica. Tra tutti, però, quello che viene citato come il vero simbolo di quell’ “estate italiana” è proprio Paolo “Pablito” Rossi (Pallone d’Oro 82’), trascinatore della formazione azzurra che alzò al cielo la Coppa del Mondo sotto lo sguardo attento e festoso del Presidente Pertini, arrivato a Madrid poche ore prima della finale.