Il riferimento è alle scelte di Manna dopo l’ultimo consiglio.
“La legge di bilancio 2019 (legge n.145/2018) ha per la prima volta previsto, al fine del rispetto dei tempi medi di pagamento (come fissati dall’articolo 4 del decreto legislativo 9 ottobre 2002 n. 231) e della riduzione dei debiti commerciali, il ricorso alle anticipazioni di liquidità da attivare improrogabilmente entro la data del 28 febbraio 2019 con restituzione al 15 dicembre 2019 (prorogata attualmente nella legge di conversione al decreto legge semplificazioni) al 30 dicembre 2019.
La norma è stata introdotta per quegli Enti che negli ultimi anni hanno continuato a presentare saldi di cassa negativi, nonostante l’introduzione del nuovo ordinamento contabile e gli anticipi di liquidità del D.L. 35/2013 e del successivo D.L. 66/2014, a cui il Comune di Rende ha attinto per oltre 3 mln nel 2013 ( Cavalcanti/Commissario Valiante) e per quasi 12 mln nel 2014 (gestione Manna).
Da questo assunto sembrerebbe che l’Ente sia stato costretto a ricorrere a questo strumento di finanziamento a breve termine (che ricordiamo essere facoltativo, visto che era necessaria la preventiva autorizzazione del consiglio Comunale), in quanto non è riuscito a pagare i debiti commerciali maturati al 31.12.2018 (e relativi agli anni della gestione Manna) con le proprie entrate correnti. Ora, se si analizzano le fatture inserite nella richiesta di anticipo di liquidità allegate alla delibera di Consiglio n. 7 del 27.02.2019 pubblicata sull’albo pretorio on line dell’Ente, è evidente che le stesse si riferiscono a servizi già forniti, la cui copertura finanziaria doveva essere assicurata dalle relative entrate, come per esempio la spazzatura per Calabra Maceri, oppure gli incassi della fornitura idrica per le fatture di Sorical, ecc…, per cui è lapalissiano che non si riscuotono i tributi correlati a tali spese, tanto è vero che l’ufficio finanziario ha dovuto appostare, nello schema di bilancio 2019, un Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità per crediti di difficile e/o dubbia esazione di oltre 7mln! Inoltre, non si capisce come mai, nonostante l’Ente presenti un fondo di cassa al 31.12.2018 di oltre 4mln (prospetto allegato al bilancio di previsione 2019 che riporta di saldo di cassa al 1/1/2019 che è uguale al saldo di cassa al 31.12.2018) non si è provveduto a saldare almeno in parte i debiti pregressi!”
Questo il lungo incipit di Massimiliano De Rose, consigliere comunale e capogruppo di “Rende cambia Rende”
“L’acquisizione di tali risorse, oltre 3 mln di euro, non cambia sostanzialmente la situazione degli equilibri di cassa del Comune, se non risultano compatibili con i propri equilibri dei flussi di entrata e spesa previsti nel corso del 2019, come ha commentato in maniera autorevole la stessa ANCI, nelle note di lettura alla finanziaria: “L’intervento in questione non assicura una reale dotazione di liquidità aggiuntiva agli enti per sostenere il pagamento dei debiti pregressi, in quanto i termini ristretti di restituzione delle anticipazioni concesse comportano la necessità che le risorse per i pagamenti siano in sostanza nella disponibilità corrente dell’ente richiedente, nell’arco dell’esercizio di concessione dei fondi. Nulla a che vedere con il percorso di anticipazione di liquidità attivato con il dl n. 35 del 2013, che permetteva un lungo periodo di restituzione delle anticipazioni ricevute”
La locuzione utilizzata da ANCI con il supporto tecnico di IFEL : “…. Le anticipazioni concesse comportano la necessità che le risorse per i pagamenti siano in sostanza nella disponibilità corrente dell’ente richiedente, nell’arco dell’esercizio di concessione dei fondi …” evidenzia come il respiro ritenuto così fondamentale dal Sindaco per il comune di acquisire questi soldi per garantire i servizi ai cittadini “ha il fiato corto”, giusto quello della prossima campagna elettorale, perché se entro pochi mesi non si riuscirà ad introitare una massa di denaro in grado si saldare il prestito e pagare contemporaneamente nei termini di scadenza i debiti che matureranno, l’Ente incorrerà comunque nelle sanzioni paventate dall’assessore al bilancio dr. Iantorno e dal dirigente Infantino.
Molto francamente si fa molta fatica a credere che il Comune possa per incassare (entro l’anno) tutti i soldi che servono per restituire l’anticipo di liquidità e saldare tutti i fornitori, ivi compresi stipendi di dipendenti e della società municipalizzata, senza incorrere nelle sanzioni previste dalla legge di bilancio dello Stato.
Quello che invece appare del tutto evidente è che acquisire questa liquidità aggiuntiva può essere utile certamente a consentire all’amministrazione uscente di effettuare spese per scopi del tutto diversi da quelli dichiarati pubblicamente e a nascondere, proprio nei mesi della campagna elettorale, agli ignari cittadini, che sono poi quelli che dovranno restituirli questi soldi, quali siano le reali condizioni in cui versano le casse del comune a causa dell’inefficacia delle politiche di bilancio di questi cinque anni.
Può forse questo “artificio” ingannare qualche cittadino e qualche consigliere comunale poco attento ma, inganno più inganno meno, ormai non sarà questo a cambiare il giudizio di Rende su questi cinque anni di ambiguità ed equilibrismi dannosissimi per Rende.
Come finirà lo decideranno i rendesi a maggio, che certo non dimenticheranno le scorribande imbarazzanti di “emissari” e consiglieri comunali di Cosenza, imperversare tra i banchi durante i lavori del consiglio rendese del 27 febbraio scorso, sotto gli occhi increduli di un folto pubblico di partecipanti.
Non abbiamo mai compreso quale fosse la vera casa politica di Manna in questi anni, oggi se pur stentiamo a credere che possa essere diventata la Lega di Salvini (dopo quella di Pisapia), su una cosa almeno nessuno può avere alcun dubbio, la casa politica di Manna, di certo non è a Rende ma a Cosenza”
Ed ecco svelato il segreto di Pulcinella.