Pochi rintocchi d’orologio sono stati bastevoli per sciupare l’umore carico di tensione e adrenalina. Affamati di determinazione e alla ricerca, seppur nell’incertezza, di un nuovo tassello da inserire nel proprio percorso professionale, gli iscritti al test di ingresso di preselezione al TFA sono stati travolti da un sentimento di nervosismo, condito con una buona dose di smarrimento. L’aria è stata squarciata, senza preavviso, da un grido di rabbia generalizzato.
L’Università della Calabria e i dintorni sono, da qualche ora, in preda ad uno stato di forte agitazione. In 1550 si sono presentati all’Unical, in mattinata, per sostenere, per l’appunto, il test per l’ammissione TFA preselettivo per le scuole secondarie di I grado. Con una ventata di possente incredulità, considerato che nella giornata di ieri i test preselettivi per la Scuola dell’infanzia e la Scuola primaria, previsti sempre all’Unical, si sono invece svolti senza inciampi, nella giornata odierna pare che la macchina del Miur si sia resa protagonista di qualche intoppo, ostacolando la lineare esecuzione della prova da parte dei candidati.
Il test è stato dunque annullato, dopo nemmeno quaranta minuti dall’inizio.
«Ufficialmente la prova è stata annullata per errori di stampa – afferma una ragazza all’uscita dalla prova. – In ogni aula c’erano più copie errate, con domande mancanti o totalmente errate. In alcune aule i professori avevano delle copie in più ma, essendo che questo inconveniente è capitato a più persone, le copie sostitutive non erano sufficienti per tutti».
Tutta questa negligenza è aggravata dal fatto che la partecipazione a tale test preselettivo, necessario per accedere successivamente alla scuola di specializzazione dell’attività di sostegno, prevedeva il pagamento di una quota pari a 125 euro, non rimborsabile in caso di mancato accesso alla fase di preselezione.
All’apertura dei plichi, lo stato in cui versavano le prove distribuite tra i candidati ha dunque impedito lo svolgimento dell’esame: vi era la ripetizione di domande, la non completezza delle risposte multiple tra cui scegliere e, in alcuni casi, le fotocopie erano persino sbiadite, non consentendo neppure la lettura.
«Nel caso specifico della mia aula – continua un ragazzo – a tutto questo inevitabile caos, si è accostata una sorveglianza messa a dura prova dall’inevitabile disordine venutosi a creare».
Nello scenario descritto dai candidati, tutto appare allo sbaraglio. L’Unical non ha responsabilità di quanto accaduto, avendo i test una provenienza ministeriale. L’Università infatti si offre esclusivamente come appoggio logistico. Ma il più grande problema consiste ora nel cercare di capire quali saranno i risvolti della vicenda. I malcapitati dovranno ripresentarsi il 27 di questo mese, per ripetere la prova, anche se in realtà coinciderebbe con il giorno in cui è prevista la seconda prova scritta.
Ilenia Viola