Stagione estiva alle porte, ma ancora nulla di definito. Niente certezze neppure per uno dei simboli dell’estate in Calabria: il parco acquatico dello Ionio cosentino: l’Acquapark Odissea 2000 di Contrada Zolfara. Impossibile sapere se e quando i parchi potranno riaprire. C’è anche la possibilità che alcuni non riaprano proprio nel corso del 2020. Un problema che investe decine di migliaia di lavoratori anche in Calabria.
Ad annunciare l’incertezza sulla prossima apertura del parco più grande del sud Italia è Milena Marino, direttrice della grande struttura calabrese.
“Pur avendo preservato intatti, in tutto il periodo di quarantena, l’entusiasmo e la determinazione a riaprire ed a ripartire per la 26esima stagione, non appena ciò fosse stato consentito da normative nazionali (e che ci si augura fino all’ultimo possano essere specifiche per il settore), sulla base delle condizioni attuali e delle incertezze perduranti anche in questa fase 2, è difficilmente ipotizzabile l’apertura dell’Acquapark Odissea 2000. Anche solo immaginare di rimettere in moto una infrastruttura complessa come questa, insieme al correlato sistema di risorse umane indispensabile ad avviare ed a guidare tutta la macchina per un periodo ancora più ridotto del solito, sarebbe un vero e proprio salto nel vuoto che non può essere scaricato soltanto sulle aziende e che comunque, pur volendo, non ci possiamo permettere.
Crisi di liquidità, stagionalità ridotta, costi fissi di gestione molto alti a cominciare da quelli per la manutenzione e per di più incrementati per garantire il rispetto di tutte le normative anti-Covid, previsione di una sensibile riduzione dei flussi di visitatori attesi. Sono, queste – precisa la direttrice di Odissea 2000 – le principali evidenze ed i principali ostacoli che in queste settimane, nella cornice della gravissima crisi generale del turismo internazionale e nazionale con tutti gli indicatori a picco, vengono denunciati e ribaditi dall’intero settore nazionale dei parchi permanenti di divertimento e che rendono impraticabile, in assenza di adeguati ed urgenti finanziamenti a fondo perduto per affrontare l’imminente stagione estiva, la riapertura anche del nostro parco. Con tutte le conseguenze – aggiunge – di una ricaduta diretta su un indotto turistico e lavorativo complessivo che fra ricettività, ristorazione, bar, merchandising e manutenzioni fa registrare, attorno ad Odissea 2000, circa 400 mila visitatori a stagione, senza contare tutto l’indotto territoriale indirettamente orbitante, anzi tutto in termini di pernottamento collegato al parco. Stiamo parlando di centinaia di posti di lavoro in quest’area, per lo più tutti stagionali (così come accade in tutto il nostro comparto) e tutti a rischio nell’ipotesi, che purtroppo è dietro l’angolo, di una vera e propria paralisi economica legata ad un settore, quello dei parchi che su scala nazionale occupa direttamente oltre 25 mila persone, con 450 milioni di euro di fatturato annuale, ed oltre 1 miliardo di euro come indotto.
I parchi necessitano di un preavviso che va dai 40 ai 60 giorni per poter organizzare i lavori di riapertura su una stagione che per molti dura da giugno ai primi di settembre; ritorna sul rischio lavoro per la gran parte degli addetti stagionali per altro esclusi dalla cassa integrazione ed insiste, infine, sulla necessità di prevedere forme di finanziamento a fondo perduto, così come si sta sperimentando in altri Paesi in Europa, per consentire una riapertura a breve per l’estate che altrimenti è irrimediabilmente compromessa ed impossibile da tutti i punti di vista.”