Gio 8 Giu 2023
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In Calabria un luogo di grande fascino ricco di storia e cultura

Longobardi, località compresa nella Costa dei Borghi del Basso Tirreno cosentino, fu identificata nell’opera “Protogea” di V. Padula nell’insediamento preistorico di Era.

Il centro, rientrante nei possedimenti dei nobili fiumefreddesi, nel Duecento fu affidato
all’aristocratico Simone Mammistra. Venne poi assegnato a Giovanni Bomio de Freny e
ancora più avanti entrò a far parte delle proprietà dei Sanseverino e dei Cardona, seguiti
dai Sanseverino di Somma. Nella primi anni del del ‘500 ad aggiudicarsene il controllo furono gli Alarcon Mendoza, marchesi di Rende, sotto i quali rimase fino all’abolizione del feudalesimo, emanata dalle leggi napoleoniche.

La località costiera è in primo luogo ricordata per la presenza dei Longobardi, sulla quale scarse sono le attestazioni archeologiche, così come quelle riconducibili ad una ‘cultura’ germanica nell’intera Calabria settentrionale. Alla fine del VII secolo il territorio di Cosenza venne a far parte del Ducato di Benevento della “Langobardia Minor”.

Come sedi gastaldali, presidi di controllo situati in punti strategici amministrate da delegati al posto del duca viene citata, infatti, da Paolo Diacono (Historia Langobardorum, II, 17) anche Cosenza insieme a Cassano e Reggio. La dominazione sotto il re Liutprando, fu aggressiva e devastante, ma l’occupazione longobarda ebbe effetti poco duraturi. Il controllo del territorio da parte della popolazione nordica non scaturì, infatti, da un’ondata migratoria consistente con strategici fini coloniali, ma da un movimento predatorio estesosi ad alcune aree del Nord e il Sud della penisola italiana, che ridusse gli abitanti a “servi della gleba” costretti a provvedere al mantenimento degli invasori.

Longobardi subì successivamente la dominazione francese e fra il 1806 e il 1807 fu oggetto di contesa tra Borbonici e Napoleonici, a causa della quale molti Longobardesi, avversi ai Francesi, ne subirono angherie e terribili vendette. Il 26 dicembre del 1806 vennero trucidati sessanta patrioti e l’anno successivo furono uccise altre trecento persone mentre molte abitazioni vennero incendiate.

Agli inizi dell’Ottocento rientrò nel governo di Fiumefreddo Bruzio, da cui si rese autonomo
amministrativamente solo nel 1937.

Fra i monumenti religiosi presenti a Longobardi bisogna ricordare la chiesa parrocchiale di S. Domenica eretta nel ‘400.

Vanessa Cuconato