L’iperconnessione sui social ha un nome, si chiama Fomo ed è un disturbo che spesso deriva da problemi sociali. Più tempo i ragazzi trascorrono sui social, più alto è il rischio di sviluppare sintomi depressivi. Il nuovo fenomeno prende anche il nome di ‘depressione da social‘ prodotto dall’utilizzo eccessivo di internet, smartphone e social media. A rilevarlo anche una nuova revisione della letteratura scientifica condotta dalla Società italiana di pediatria (Sip), pubblicata sulla rivista scientifica International Journal of environmental research of pubblic health.
Le piattaforme social, spiegano gli studiosi, offrono agli adolescenti opportunità di interazione senza precedenti, il che può avere impatti significativi in un periodo di sviluppo critico in cui il cervello è particolarmente sensibile al feedback sociale. I social consentono infatti l’accesso immediato alle informazioni in qualunque momento e sono progettati per mantenere il coinvolgimento degli utenti. Le notifiche, i messaggi e le comunicazioni vengono visualizzate in modo imprevedibile su un programma di rinforzo variabile estremamente potente.
I ricercatori hanno eseguito risonanze magnetiche funzionali per considerare l’anticipazione del feedback sociale. I ragazzi sono stati quindi esposti a stimoli che indicavano le ricompense sociali. Stando a quanto emerge dall’indagine, il 78% dei partecipanti di età compresa tra 13 e 17 anni aveva l’abitudine di controllare i propri dispositivi almeno una volta ogni ora, con il 46% che li monitorava quasi costantemente. Questo lavoro, commentano gli scienziati, sottolinea che chi tende a verificare le notifiche dei social più frequentemente è associato ad alterazioni specifiche nel cervello, specialmente in termini delle regioni legate ai meccanismi di ricompensa sociale.