Gio 8 Giu 2023
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15 marzo, sciopero globale per il clima

Ormai viviamo in una società in cui se un impegno non è monetizzabile o non crea benefici personali difficilmente in molti lo prenderanno a cuore. Costa meno sacrifici delegare qualcun altro (il politico, il gruppo di appartenenza) che alzarsi e metterci faccia e sudore, senza ricevere nulla di materiale in cambio. Tutto è maledettamente diventato commerciabile. Anche diritti che pensavamo inalienabili. Semplicemente si sfilano e sgretolano sotto il peso dell’interesse.

Gli individui, presi dalla routine quotidiana, difficilmente s’interrogano. Agiscono secondo uno schema ben definito, dettato da un’omologazione di coscienza indotta da una pseudocultura aberrante e tiranna che porta troppe volte al disinteressare. È la pseudocultura derivante da una forma repressiva che fa credere all’individuo di vivere in una gabbia dorata, piena di confort, ma, se si osserva bene, altro non è che una trappola piena di mostri (luoghi comuni, odio, indifferenza) dalla quale è quasi impossibile evadere. Si assiste da spettatori mentre tutto attorno perde di significato, evapora, viene cancellato e dimenticato. C’è sempre qualcosa di più importante ed urgente da fare. Una sorta di schizofrenia invade e s’impossessa del quotidiano.

E poi a chi importa se i ghiacciai si stanno sciogliendo, se i cicli vitali derivanti dall’alternarsi delle stagioni si siano mescolati, invertiti, se alcune specie animali e vegetali man mano stanno scomparendo. Vi ricordate le lucciole? Beh è da tanto che non se ne vedono più. E poi i disastri provocati, per esempio, dalle “bombe d’acqua”, che spazzano via interi territori. Un clima impazzito sembra beffarsi di noi o è l’urlo disperato di un pianeta che tenta di farsi ascoltare in mezzo a mille rumori.

Ma a chi dare la colpa di tutto questo? Chi se ne assumerà le responsabilità? Perché vi è più profitto a speculare sull’ambiente che a prendersene cura?

Lo sciopero globale per il clima indetto per domani 15 marzo punta un fascio di luce nuovo sulla questione e ha le fattezze e la grinta di una ragazzina con le treccine. Il mondo sarebbe di gran lunga migliore se imparassimo dai bambini l’arte dello stupore, dell’interessarci e incuriosirci e del difendere qualcosa che all’apparenza può sembrare astratto ma che tocca ognuno di noi. In questo caso il surriscaldamento globale.

In generale, lo sciopero è il mezzo più efficace per porre all’attenzione una situazione che attanaglia un numero considerevole di persone o anche un territorio. Scioperare per la bellezza e la salvaguardia di Madre Terra è una dichiarazione d’amore verso tutto il creato, non solo verso il genere umano.

L’invito è quello, non solo per la giornata di domani, di fermarci a riflettere. Staccare la spina ed osservare quello che ci sta attorno. Mettere sul piatto della bilancia tutto quanto comporterà negli anni il mutamento climatico e tirare le somme, scegliendo il proprio modo di stare al mondo.

 

Chantal Castiglione