Sab 23 Set 2023
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Il diritto-dovere di frequentazione dei figli al tempo del coronavirs

Sono tanti i genitori che chiedono se anche con le misure restrittive per il contenimento del contagio possa essere espletato il diritto di frequentazione dei figli in caso di separazione o divorzio.

Le domande più assidue, rivolte soprattutto dai padri, sono:

Avvocato posso andare a prelevare mio figlio dalla madre anche in questo periodo con le modalità della sentenza di separazione?“.

Avvocato la mia ex si rifiuta di farmi vedere i figli con le stesse modalità dell’accordo di separazione. Sostiene che in questo periodo il diritto di visita è sospeso. Cosa posso fare?”.

Avvocato la mia ex non vuole farmi vedere i bambini nemmeno tramite Skype o videochiamate . Che devo fare?

L’avvocato Margherita Corriere, presidente degli Avvocati Matrimonialisti Italiani della Sezione Distrettuale di Catanzaro, rileva e sottolinea che anche in questo periodo particolarmente problematico non è affatto sospeso il diritto di frequentazione della prole con il genitore non collocatario prevalente.

D’altra parte, con una nota pubblicata sul sito istituzionale lo scorso 10 marzo, il Governo ha chiarito in modo definitivo che “gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio”.

Da ciò ne consegue che i decreti ministeriali non hanno sospeso i provvedimenti giudiziari relativi alla regolamentazione dei tempi di permanenza dei figli presso ciascuno dei genitori.

È logico e sensato comunque che il diritto di visita vada adeguato al primario interesse del minore a non essere esposto a rischi di contagio.

Pertanto, se un genitore si trova in una delle cosiddette “zone rosse” è bene per la salvaguardia del minore sospendere per il tempo necessario le frequentazioni e adottare altre modalità di intrattenersi con la prole, tra cui, ad esempio, le videochiamate o l’uso di piattaforme quali Skype, per farsi sentire sempre vicini ai figli, per rassicurarli e per giocare con loro .

Ovviamente, se il genitore non abita in una di queste zone e non svolge un’attività che possa esporlo a elevato rischio, non sussistono motivi per giustificare il mancato ottemperamento del genitore collocatario alle disposizioni della sentenza e, pertanto, il suo comportamento potrebbe diventare anche penalmente rilevante.

Di sicuro, le modalità di esercizio del diritto-dovere  di visita dovranno essere attuate cum grano salis ed evitati gli spostamenti con mezzi pubblici e qualsiasi altra situazione potenzialmente a rischio.

In una situazione eccezionale come quella attuale è fondamentale che le coppie separate o divorziate mettano da parte antichi contrasti e litigiosità e abbiano cura in maniera responsabile del benessere psicofisico dei loro figli, profondendo agli stessi tanto affetto e serenità e rendendo loro il meno traumatico possibile questo drammatico periodo.

È importante che nessun genitore metta a rischio l’incolumità fisica del figlio. pretendendo a ogni costo di prelevarlo. nonostante sia consapevole di abitare in una zona rossa o di essere addetto a un lavoro ad alto rischio di contagio.

D’altra parte, però, è fondamentale anche che nessun genitore collocatario strumentalizzi questo contingente momento di difficoltà per allontanare la prole dall’altro genitore e impedire gli incontri anche in assenza di qualsiasi tipo di pericolo.

Quello attuale non è e non deve essere il tempo dei conflitti, bensì quello di un maturo e costruttivo dialogo genitoriale a tutela della prole, facendo prevalere il buonsenso e la consapevole responsabilità di tutelare adeguatamente la serena crescita psicofisica ed emotivo-relazionale dei propri figli.