L’amministratore delegato della Geko, Alfonso Gallo, Società che gestisce l’impianto di depurazione, visto l’immobilismo del comune di Cosenza si rivolge al Ministero dell’Interno. Le irregolarità contabili che vanta l’azienda nei confronti dell’Ente di Palazzo dei Bruzi sono oramai diventate insostenibili. I troppi debiti accumulati ed insoluti rappresenterebbero, per la Geko gravi reati, che la costringono a rivolgersi al Governo, alla Corte dei conti, al Tar, ai Carabinieri ed alla Guardia di Finanza per indagare a 360° sulle gravi inadempienze del Comune bruzio ed eventualmente sanzionare e sciogliere l’ente locale già in dissesto.
Una situazione che si protrae da tanto, troppo, tempo che hanno indotto l’amministratore della ditta Geko ad affermare che il mancato superamento delle criticità comporterà il fermo dell’impianto depurativo, il licenziamento del personale dipendente e la conseguente impossibilità di garantire la depurazione delle acque.
Non c’è mai fine al peggio! Specie in questo periodo di emergenza sanitaria, il problema della depurazione delle acque sarebbe stato uno dei pochi a non doversi contemplare, eppure è ancora presente. Il Comune di Cosenza, sembra essere sordo alle richieste di aiuto più volte manifestate dall’azienda. Un aiuto legittimo. La Geko, che fino a questo momento è riuscita, nonostante tutto, a compiere il suo lavoro, vanta infatti quasi tre milioni di euro di arretrati. Non proprio spiccioli!