Bellissima l’attrice. Affascinante l’attore. Straordinaria la fotografia. Piacevole la musica. Pur tuttavia il corto di Gabriele Muccino non fa giustizia alla Calabria – così Giacomo Mancini, già parlamentare socialista. Ignora la storia: siamo la terra di Pitagora, il più grande matematico dell’umanità; di Bernardino Telesio, l’ideatore del pensiero moderno; di Tommaso Campanella, il primo grande utopista. Misconosce la spiritualità e il misticismo della nostra terra, e anche le nostre tradizioni (la battuta sulla soppressata con il finocchietto è da matita blu). Non coglie lo spirito che anima molti di noi, che abbiamo la testa dura e teniamo con dignità la schiena diritta. E invece indugia in slogan triti (ti porto al mare o in montagna?) e in stereotipi obsoleti (i figli dei contadini raffigurati a dorso di un mulo, sono tutti laureati). Si dirà: ma il regista è un artista, non un documentarista. Vero. Però avrebbe potuto sviluppare un’idea che non si limitasse ai nostri splendidi frutti. Perché la Calabria- conclude Mancini– merita di più e di meglio.