Che il tracciamento nel cosentino fosse saltato, lo scriviamo da giorni.
La situazione, però, pare peggiori di ora in ora. I risultati arrivano dopo diversi giorni, cinque o sei nella migliore delle ipotesi, più di dieci se va male. Inutile spiegare i risvolti di questi ritardi, in termini di ricostruzione delle catene dei contagi. Il referto dei tamponi in ritardo è un pericolo, un danno, una delle cause della situazione pandemica.
Se per un semplice cittadino restare in attesa del risultato di un tampone per giorni significa non poter uscire, non poter andare a lavoro e, a volte, evitare contatti con la famiglia, e stiamo parlando delle persone responsabili, per il personale ospedaliero si traduce nell’obbligo di recarsi nei reparti pur non conoscendo l’esito del test.
E sì, non si è pensato neanche ad un percorso più rapido per il personale non impiegato nei reparti più sensibili ma comunque alle prese con una situazione di fortissima criticità.
Non solo. Ci sono professionisti a casa, in attesa di negativizzarsi per tornare in reparto, che attendono anche loro di sapere se il test è positivo o negativo; ciò avviene in una situazione resa già gravosa dalla cronica esiguità di personale che viene denunciata da tempo.
E’ davvero sconcertante che il personale ospedaliero sia costretto ad attendere giorni e giorni, è sconcertante che non si sia almeno pensato di dare priorità ai test di medici, infermieri, oss in prima linea nella battaglia al covid-19. Tant’è, però.