Il Green pass diventa obbligatorio sui luoghi di lavoro. Ma sul D-Day del certificato verde incombe il rischio del blocco del Paese, su cui peserà la mobilitazione di portuali e autotrasportatori, che potrebbe causare uno stop nel settore della logistica.
Ad alzare le barricate contro il lasciapassare sono soprattutto i lavoratori marittimi di Trieste, dove il 40% dei 950 dipendenti non è vaccinato, mentre ‘Trasportounito’ annuncia che “mancheranno all’appello circa 80mila conducenti dei camion e altri mezzi distribuiti su 98.000 imprese”. Lo stesso ministro del Lavoro, Andrea Orlando, parla di “avvio complicato, ma che era nell’ordine delle cose ed è il prezzo da pagare per spingere nella direzione giusta il Paese”.
Il rischio di una falsa partenza, oltre alle diserzioni, è aggravato anche delle manifestazioni in diverse città: la più importante è a Roma, dove il luogo del sit-in dei ‘No Pass’, già spostato due volte dalla Questura, è previsto al Circo Massimo, e con una schieramento di 1000 agenti.
Tra le varie categorie, i capofila delle proteste sono i componenti del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste: “siamo determinati sulle nostre posizioni, ma siamo sempre disponibili a discutere con chiunque”, dicono sperando ancora nella trattativa. E per revocare lo sciopero chiedono al Governo una proroga dell’introduzione del Pass al 30 ottobre, “per prendere un po’ di tempo e trovare poi una soluzione”.
Ma la linea di Palazzo Chigi è ferma e l’Esecutivo – sebbene si valuti di rafforzare gli aiuti alle aziende che pagano i test ai dipendenti – non è stato disposto ad alcuno slittamento dell’entrata in vigore dell’obbligo del certificato verde. Anche il ministro Orlando spiega a chiare lettere: “posticipare significa solo rallentare una battaglia da vincere il prima possibile” contro il virus. I sindacati dei trasporti però calcolano cifre che, se confermate, porterebbero alla paralisi di interi settori e non solo della logistica.
E Coldiretti aggiunge: “Con l’85% dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, lo stop di camion e tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti più deperibili come il latte, la frutta e la verdura che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati”. I grandi gruppi della distribuzione organizzata, Coop ed Esselunga in testa, non vedono però criticità legate alle forniture per eventuali blocchi nel trasporto merci.
La situazione che sarà monitorata anche in Calabria, dove l’entrata in vigore del decreto legge che rende obbligatorio il possesso del green pass sui luoghi di lavoro, sembra essere stato accolto in modo più disteso, cosi come confermato da Aldo Ferrara, numero uno di Confindustria Calabria: «Non si respira un clima di allarme». In linea con l’andamento calabrese, anche nella provincia di Crotone, dove non dovrebbero registrarsi particolari problemi in seguito all’entrata in vigore della certificazione verde: «A quanto ci risulta, nella maggior parte delle imprese del territorio, quasi tutti i lavoratori hanno fatto il vaccino» ci spiega Mario Spanò, presidente di Confindustria Crotone.