La guerra tra Russia e Ucraina è giunta all’undicesimo giorno: i combattimenti continuano, le città restano sotto assedio e migliaia di donne e bambini cercano di lasciare il Paese.
I combattimenti proseguono a nord e attorno alla capitale Kiev. E se ieri era fallita la tregua e l’apertura di corridoi umanitari, oggi si era aperto uno spiraglio con l’annunciata evacuazione di Mariupol in giornata.
Intanto però, pochi minuti fa, un checkpoint per l’evacuazione dei civili che stanno cercando di fuggire da Irpin, distretto a poca distanza da Kiev, è stato bombardato. Lo riporta la Cnn, sottolineando che sul posto vi erano troupe internazionali che stavano realizzando un servizio, che hanno riportato che almeno 3 civili sono rimasti uccisi, tra i quali due bambini.
La regione di Zhytomyr è stata bombardata durante la notte e sono state colpite anche aree residenziali a Korosten e Ovruch. Lo ha annunciato il portavoce della polizia locale. Secondo quanto riferito, 30 famiglie sono rimaste senza casa. Dieci abitazioni private sono state distrutte a Korosten dai bombardamenti aerei. Una persona è morta e cinque sono state ferite, tra cui un bambino. Altri cinque bambini sono stati estratti da un seminterrato sotto il garage in fiamme e salvati.
Questa mattina le forze armate russe avrebbero sganciato “potenti bombe” su aree residenziali della città ucraina settentrionale di Chernihiv, dove sono morti decine di civili, scrive il Guardian, citando fonti locali. Un residente, scrive il giornale, ha postato una foto di una bomba inesplosa da 500 chili, modello Fab-500 di progettazione sovietica, un tipo di arma impiegata per distruggere strutture fortificate e bunker o per distruggere obiettivi industriali di interesse militare.