La situazione delle scuole calabresi è sempre più critica a causa delle difficoltà nella gestione delle supplenze annuali.
Secondo una stima fornita da Uil Scuola, sono circa mille i posti ancora vacanti in tutta la regione, a lezioni già avviate.
Il motivo principale è l’algoritmo implementato dal ministero dell’Istruzione, che assegna le sedi di destinazione ai candidati in base ai punteggi. Tuttavia, questo sistema non tiene conto delle variabili e delle preferenze dei docenti, generando errori e ingiustizie.
L’algoritmo che non funziona
L’algoritmo è stato introdotto tre anni fa con l’obiettivo di semplificare e velocizzare le procedure di nomina delle supplenze annuali. In teoria, i docenti dovrebbero inserire le loro 150 preferenze tra gli ambiti territoriali provinciali disponibili e ricevere l’assegnazione della sede in modo automatico. In pratica, però, il sistema non funziona come dovrebbe e crea una serie di problemi:
- Nomine di docenti con minor punteggio a scapito di quelli con maggior punteggio, esclusi o assegnati in sedi lontane.
- Nomine di docenti che hanno precedenza pur non rientrando nelle disponibilità, come ad esempio i non specializzati di seconda fascia in possesso della legge 68/991.
- Sostituzioni automatiche di docenti dopo pochi giorni dall’inizio delle lezioni, per effetto di rettifiche o dei ricorsi presentati da altri candidati.
- Cambiamenti frequenti di docenti nella stessa classe di concorso e nella stessa scuola, con conseguenze negative sulla continuità didattica.
Questi problemi sono dovuti al fatto che l’algoritmo non è adeguato alla complessità del reclutamento e non tiene conto delle esigenze dei docenti e delle scuole.
I ricorsi che si moltiplicano
Di fronte a questa situazione, sono moltissimi i docenti che hanno presentato o intendono presentare ricorsi al Tar o al Giudice del lavoro per contestare le nomine effettuate dall’algoritmo. Secondo il referente Uil Scuola Luca Scrivano, quest’anno saranno ancora di più rispetto allo scorso anno, quando ci furono ambiti territoriali provinciali costretti a rettificare anche per la settima volta le graduatorie ripubblicandole ancora a dicembre.
I ricorsi hanno effetti negativi sia sui docenti che sulle scuole. I docenti infatti devono affrontare costi legali e incertezze sul loro futuro professionale. Le scuole invece devono fare i conti con la mancanza di personale qualificato e stabile, con ripercussioni sulla qualità dell’offerta formativa. In particolare, i genitori dei bambini con bisogni educativi speciali non possono avere la sicurezza di quale docente di sostegno si troveranno in aula per avviare il miglior percorso didattico con i figli.
Le proposte per risolvere il caos
Per uscire dal caos delle supplenze annuali, sono necessarie delle soluzioni urgenti e strutturali. Da una parte, bisogna rivedere l’algoritmo e renderlo più flessibile e trasparente, in modo da garantire equità e meritocrazia nelle nomine. Dall’altra parte, bisogna incrementare gli organici dei docenti e del personale Ata, che in Calabria sono insufficienti rispetto alle esigenze delle scuole. Stando alle valutazioni della Cisl Scuola, nella sola Calabria mancano circa 4.500 docenti e 2.500 unità di personale Ata.
Per raggiungere questi obiettivi, è fondamentale il coinvolgimento dei sindacati e delle rappresentanze dei docenti, che devono essere ascoltati e consultati dal ministero dell’Istruzione e dalla Regione Calabria. Inoltre, è necessario un maggiore investimento economico e normativo nella scuola pubblica, che è un bene comune e un diritto di tutti.