Lun 29 Apr 2024
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Pesce fresco assente nel Tirreno per il fermo delle marinerie fino al 30 ottobre

Dal primo al 30 ottobre, le marinerie di sei regioni italiane dovranno sospendere le loro attività di pesca nel Tirreno, a causa di un provvedimento che mira a tutelare le risorse ittiche.

Lo annuncia Coldiretti Impresapesca, spiegando quali saranno le conseguenze per i consumatori e per il settore.

Il fermo pesca riguarda i porti di Liguria, Toscana, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, mentre dal 3 ottobre riprenderanno le operazioni nel tratto di costa tra mar Ionio e Tirreno che va da Brindisi a Reggio Calabria. A seconda della zona di pesca e del tipo di risorsa pescata, i pescherecci dovranno effettuare anche ulteriori giorni di fermo, come già avvenuto lo scorso anno.

Coldiretti Impresapesca rassicura che sulle tavole delle regioni interessate sarà comunque possibile trovare prodotto italiano, proveniente dalla piccola pesca, dalle draghe e dall’acquacoltura. Tra le specie disponibili ci saranno alici, sarde, pesce spada, spigole, orate, sogliole, cannocchie, vongole e cozze.

Tuttavia, l’organizzazione sottolinea che in molti territori turistici il venir meno dell’intera disponibilità di pescato rappresenta un problema. Per questo, consiglia di verificare bene le informazioni in etichetta sui banchi di pescherie e supermercati, e auspica l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dell’origine anche al ristorante.

Il fermo cade in un momento difficile per la flotta italiana, che deve affrontare l’aumento del prezzo del gasolio (+25% negli ultimi tre mesi), le nuove linee di indirizzo della Commissione Ue che prevedono il divieto del sistema di pesca a strascico e la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% entro il 2030, e l’invasione del granchio blu che sta danneggiando l’acquacoltura lungo tutta la Penisola.