Nella giornata contro la violenza sulle donne, le Camere del Lavoro di Amantea e di Cosenza hanno inaugurato due “panchine rosse”, su cui sono stati deposti dei fiori in ricordo di tutte le “Giulia” vittime di femminicidio.
Ad Amantea l’inaugurazione della panchina rossa c’è stata dopo il dibattito organizzato dallo Spi e dalla Camera del Lavoro, di cui hanno partecipato la segretaria confederale Cgil Cs, Teresa Cavaliere, e la responsabile della Lega Spi, Laura Pagliaio.
La cerimonia a Cosenza
A Cosenza la cerimonia dell’inaugurazione della “panchina rossa” si è svolta a margine di un dibattito sul tema dal titolo “Violenze: Femminile Plurale”, introdotto dalla Segretaria Cgil, Graziella Secreti, e al quale hanno partecipato la consigliera di Parità, Rossella Barberio, la vicepresidente del Centro Antiviolenza Roberta Lanzino, Chiara Gravina, e Valerio Formisani per l’Ambulatorio senza confini.
Dalla discussione è emerso come il femminicidio sia l’effetto più estremo di una cultura radicata e diffusa che fa discendere da differenze biologiche differenze sociali che sono vere e proprie discriminazioni di genere. In ambito lavorativo, a esempio, le donne hanno maggiori difficoltà di accesso al lavoro stabile, di raggiungimento delle posizioni apicali e soffrono una drastica disparità retributiva.
L’importanza dei consultori e dei centri antiviolenza
È emersa l’importanza dei consultori e dei centri antiviolenza, “purtroppo scarsamente finanziati”, secondo l’ente. È stata denunciata la mancanza di una politica che investa sulla prevenzione, perché “il sistema attuale prevede interventi repressivi e cioè solo successivi agli atti di violenza, che invece bisogna evitare che non accadano”.
“Nessuna novità in questo senso produce il testo Roccella, che introduce solo inasprimenti di misure già esistenti e che, in quanto riforma a costo zero, non investe risorse e quindi non rafforza la rete necessaria alla prevenzione. Serve quindi una radicale inversione di passo, che parta dalle scuole e rompa un sistema che finora ha prodotto sangue e discriminazione, attraverso l’assunzione di responsabilità di una svolta culturale non più rinviabile”, dichiara la Camera del Lavoro Cgil di Cosenza.