Le scarpe di una donna sono per me il suo vero specchio,
e come un bacio a labbra semiaperte
dato dietro ad un orecchio,
possono sprigionare brividi che durano in eterno.
Mi piace sceglierle per lei, da una vetrina, in mezzo a tante.
Fargliele indossare, sempre di diverse, quando è triste.
Aiutarla a calzarle perché in due è più bello.
Di ogni tipo.
Comode per quando è stanca,
basse se è insicura,
ma alte che lussuria.
Il piede è sempre lì a loro sottomesse,
composto a terra o sollevato,
sospeso se le gambe ha accavallato
e nulla chiede.
Mai riposte in scatole,
per essere mortificate,
ma in un armadio aperto,
a ripiani e messe in fila,
così di sera,
quando è tardi e non usciamo,
scelte un paio,
con loro indosso,
fino all’alba,
amiamo.
Lorenzo Carella