MANNA NON HA PIU’ LA MAGGIORANZA CONSILIARE, A RISCHIO IL COMUNE
Tutto quello che si è preannunciato da giorni, è arrivato. Il sindaco Marcello Manna non ha più una maggioranza per governare il Comune di Rende. A sancire definitivamente la rottura politica è stato, ieri mattina nel corso del Consiglio comunale poi rinviato, Andrea Cuzzocrea. Il consigliere non è stato eletto alla Provincia per un voto venuto a mancare, a suo dire, da un accordo politico con lo stesso Manna. “Sfiducio il sindaco”, le sue parole appena iniziati i lavori in aula. Ed ora, in fretta e furia, si cerca di riportare tutti nel civico consesso già questa sera, alle 19, per votare quantomeno un punto sull’anticipazione di liquidità per l’ente. Andiamo per ordine.
Il Consiglio e Cuzzocrea: La pubblica assise, convocata per approvare il bilancio di previsione, dopo una riunione a porte chiuse della maggioranza e dopo il tentativo di rinviare tutti i punti ad una successiva data utile, ha fatto emergere lo sfogo del consigliere Andrea Cuzzocrea che ha attaccato, politicamente, il primo cittadino. Svelando accordi prima del voto di domenica alla Provincia venuti meno che non hanno consentito la sua elezione. “ Gli accordi sono accordi. Nulla contro la persona ma con questo sindaco non posso più starci. Il mio gruppo che è quello di riferimento ad Adamo ed Oliverio non ci sta più, da questo momento sono ufficialmente un consigliere di minoranza e di opposizione”. Senza mezzi termini, dunque. A nulla è valso il tentativo del presidente Mario Rausa e del collega Gaetano Morrone di invertire i punti all’ordine del giorno e portare a casa, almeno, il punto sulla liquidità di cassa e la relativa anticipazione che garantirebbero, all’ente, più di tre milioni di euro da utilizzare in servizi nei prossimi mesi. Ed a nulla, parimenti, è servito aleggiare lo spettro delle sanzioni pari ad un 10% sul prossimo bilancio ( tradotto, in soldoni, poco meno di 1 milione e 800 mila euro).
Elia e la Lega: Ago della bilancia poteva essere, ancora una volta, la Lega attraverso il consigliere Antonello Elia che, però, si è allineato alla volontà di chi voleva rinviare tutti i punti e non ha votato con la maggioranza governativa. Fermi ai loro posti, invece, Franchino De Rango e Pasquale Verre. Quest’ultimo, avrebbe votato il bilancio ma facendo un passo indietro politico sostanziale per il futuro.
La difesa di Manna:Il sindaco, constatato di non avere più i numeri, ha sciolto il Consiglio e convocato i suoi in una stanza limitrofa all’aula di Commenda. “La scelta di Cuzzocrea e di chi lo ha seguito è un male per la città. Si rischia una sanzione milionaria e soprattutto il dissesto. Se questo è il modo di fare politica meglio andare a casa. Il commissario? Non ho alcun problema ma certamente i cittadini devono capire chi è attaccato alle poltrone e chi, invece, lavora per migliorare quel che non va”. Nel pomeriggio, poi, la scelta in extremis ed in via eccezionale di provare a riconvocare il Consiglio per questa sera ed approvare soltanto il punto inerente la liquidità di cassa. Per il bilancio il tempo scadrà il prossimo 31 marzo ma la partita politica si gioca adesso.
FOCUS SU MANNA SENZA MAGGIORANZA
Servono tredici voti a Manna per approvare bilancio di previsione e altri punti inerenti l’iter amministrativo. Al momento, però, ne ha “solo” dodici. Venendo meno Andrea Cuzzocrea, non è affatto escluso che anche Pasquale Verre si sfili. E stesso identico pensiero lo sta valutando Franchino De Rango che ieri ha avuto un bruttissimo confronto con Manna e la “sua” maggioranza nei minuti successivi al Consiglio comunale. Il consigliere Elia, della Lega, potrebbe essere della partita ma, a decidere, pare sarà direttamente il deputato Domenico Furgiuele. Insomma si è già in clima da campagna elettorale. Se anche oggi dovesse “saltare” il voto, per il Comune si prefigurerebbe un danno economico- finanziario di non poco conto. Manna e gli assessori sostengono un milione e 800 mila euro circa. Addirittura, se poi, neppure il bilancio di previsione dovesse essere approvato entro il 31 marzo a quel punto lo scioglimento dell’intero consiglio comunale sarebbe cosa fatta. Che accadrà in queste ore?
LE OPPOSIZIONI
Le opposizioni, ovviamente, cercano di approfittare della situazione in seno alla maggioranza. Massimiliano De Rose, Carlo, Petrassi, Franco Beltrano, Carlo Scola e Alessandro De Rango, slittao il consiglio, hanno convocato una conferenza stampa per evidenziare il problema politico oggettivo di Manna. “Noi abbiamo proposto al sindaco di riconvocare l’assise e votare ma non può certo addebitare colpe a noi opposizioni se lui non ha più i numeri per governare”, il ragionamento di De Rose. Petrassi invece si è chiesto,al di là degli aspetti tecnici, il perché invece il gruppo dei “gentiliani”, nel momento in cui si poteva mandare a casa il sindaco, non si siano presentati in aula. I “Principiani”, d’altro canto, hanno ribadito che “quanto accaduto è la netta ed ennesima prova dell’inesistenza di coerenza politica di questa maggioranza, o di quello che ne rimane. Una maggioranza già da molto tempo diversa da quella certificata dal voto del 2014 e che nel corso della legislatura ha conosciuto tali e tanti cambi di composizione da far venire il capogiro anche a un funambolo”. Per loro “trattare soltanto il punto relativo all’anticipazione di liquidità (3,5 milioni di euro circa) aveva il solo fine di liberare risorse economiche a ridosso della imminente campagna elettorale asserendo anche che questo punto, e non altri, fosse il punto più importante del Consiglio. Ma quale nuova politica? Questa è la vecchia politica, anzi stravecchia”, il leit- motiv seguito dalla richiesta di dimissioni. E se per il gruppo di Rcd “Manna deve gettare la spugna e dimettersi”; per Domenico Miceli “la farsa è finita. Il sindaco è rimasto da solo a sbraitare alla luna.
Non ha più nessuna giustificazione da dare alla città. Dopo aver girato tutto l’arco costituzionale per rimanere a galla, nuovamente si ritrova senza i voti in Aula. Scelte sbagliate figlie di politiche
vetuste che come MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre contrastato e sempre contrasteremo lo hanno portato a questa situazione incresciosa
che si riverbera sulla città. La misura è oramai colma”.
Per Miceli e i grillini, è “ormai giunta l’ora di voltare pagina e di staccare la spina a questa fallimentare pagina di amministrazione locale. Un sindaco irresponsabile che non riesce a portare a casa una discussione sul bilancio, che vuole consegnare tutti i servizi primari ai privati, che non ha voltato pagina con il passato ed anzi gli si è consegnato
mani e piedi, dovrebbe solo farsi da parte, come più volte gli abbiamo consigliato pubblicamente e senza essere ascoltati”.