Preso atto che Vodafone dopo Milano, ora ha accesso la sua rete 5g anche a Roma, Napoli, Torino e Bologna per tutelare la salute pubblica è stata chiesta alle amministrazioni in questione un istanza per richiedere l’immediata sospensione. La richiesta arriva da Montecitorio e Palazzo Madama ed è partita dai parlamentari Sara Cunial e Silvia Benedetti deputate del gruppo misto , Veronica Giannone e Gloria Vizzini deputate del movimento 5 stelle e Saverio De Bonis Senatore del gruppo misto.
La rete 5g presentata come nuova tecnologia super veloce in realtà prevede un esposizione massiccia della popolazione all’inquinamento elettromagnetico poiché si prevede un innalzamento delle soglie limite per i valori di radiazione, dalla cautelativa media attuale dei 6V/mfino anche a 61 V/m, ovvero, in fisica, 110 volte più di oggi. L’onorevole Matteo Dall’Osso, (laureato in ingegneria elettronica) dal 7 maggio 2013 è membro della XII commissione parlamentare (affari sociali), inoltre a posto una questione importante al Ministro Giulia Grillo tra le tante sottovalutate.
Premesso che le radiofrequenze del 5g dal 2019 sono considerate pericolose per il Comitato Scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti della Comunità Europea (SCHEER) che afferma che il “il 5g lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche”, tra l’altro uno studio del 2019 sul 5g della Direzione generale per le politiche europee commissionato dal Parlamento Europeo afferma che al momento non è possibile simulare o misurare accuratamente le emissioni di 5g nel mondo reale; ad aprile in senato l’alleanza italiana stop 5g ha tenuto una conferenza con i malati oncologici a cui i tribunali italiani hanno riconosciuto il nesso cancerogeno con i telefoni mobili e a giugno una stessa conferenza si è tenuta alla Camera dove il medico dell’associazione Italiana Elettrosensibili ha invitato il Governo a riconoscere l’elettrosensibilità come disabilità, adottando provvedimenti tesi per la salvaguardia della salute.
Anche il movimento europeo dei diversamente abili è preoccupato che la tecnologia 5g possa impattare in modo violento sulle persone meno fortunate oltre che quelle cosiddette sane costretti alle onde millimetriche. Tuttavia visto che i nostri Ministri fanno orecchie da mercante, i sindaci di ogni comune e città essendo i responsabili della condizione di salute pubblica della popolazione del proprio territorio, in linea con il principio di precauzione , al fine di garantire il diritto alla salute e vivere in un ambiente salubre sancito dalla nostra Costituzione di fronte alle evidenze sempre più schiaccianti sulla nocività di questi sistemi, possono non permettere l’installazione delle antenne 5g delle diverse compagnie telefoniche finché non ci siano dati ed evidenze scientifiche certe sull’esposizione alle onde millimetriche dimostrando che la vita umana, il nostro paese e il futuro di noi tutti è prima delle logiche di mercato e degli interessi di qualche multinazionale telefonica.
Sono 16 comuni in Italia che hanno approvato delibere e mozioni per la moratoria sul 5g, il comune di Ravensburg (Germania) progetta zone senza irradiazioni 5G per elettrosensibili. Ma la questione è anche che cosa succederà alla popolazione più a rischio come disabili, malati cronici, elettrosensibili, neonati, bambini, donne in gravidanza e portatoti di apparecchi elettromedicali, pacemaker. Che interventi legislativi sono stati intrapresi per consentire alle persone con disabilità ambientale di vivere in maniera indipendente , partecipando pienamente a tutti gli aspetti della vita.
A questo punto, nonostante le mille sollecitazioni pervenute dalla comunità scientifica, si sta ignorando consapevolmente il rischio inaudito che si sta facendo correre alla popolazione costringendola senza scelta (evviva la democrazia) all’esposizione continuativa e persistente con le irradiazioni di ubiquitari campi elettromagnetici. L’unica cosa che ogni cittadino può fare per iniziare a tutelarsi è non accettare sul proprio cellulare la rete 5g telefonando ognuno il proprio gestore cosi come ho fatto io, e organizzarsi andando dai sindaci dei propri comuni ponendo la questione sulla tutela della propria salute. È un nostro diritto!
*Maria Enrica Costabile (psicologa e attivista per l’ambiente)