La notizia era nell’aria da giorni, ma nelle scorse ore è arrivata la conferma ufficiale: Carlo Tansi ha deciso “dopo una valanga di richieste pubbliche” di candidarsi alle prossime elezioni regionali.
È lo stesso ex capo della Protezione civile regionale a spiegare i motivi alla base della sua rischiosa scelta. «Lo farò – ha dichiarato – con l’intento di costruire una ampia coalizione civica che nasca dalle istanze più genuine della società civile, composta da cittadini di tutte le estrazioni e provenienze ideologiche, inclusa la parte sana dei partiti e dei movimenti, accomunati dal desiderio di trasformare in risorse i tanti tesori inespressi della nostra terra. Insomma, una vera e propria alleanza sociale per la Calabria».
Tansi, eletto consigliere comunale nella lista che sosteneva il candidato a sindaco Klaus Davi al comune di San Luca, punta a recuperare i disillusi dalla politica e fa riferimento alla sua esperienza a capo della Prociv :«Voglio dar voce – ha dichiarato – alla moltitudine di calabresi che non votano più da anni: quel “partito degli astensionisti” che in occasione delle ultime elezioni regionali del 2014 ha raggiunto l’incredibile percentuale del 57%. Credo di avere dimostrato con i fatti durante il triennio alla guida della Protezione civile calabrese (fino a allora uno dei settori piu’ malsani della Regione) che le cose si possono cambiare, se si vuole. Voglio applicare il mio metodo di lavoro a tutto il resto dell’amministrazione regionale; voglio circondarmi delle migliori professionalità e dei calabresi più capaci, politici compresi».
Secondo Tansi la lotta non sarà affatto facile, ma le criticità sulle quali intervenire sono sotto gli occhi di tutti. «La corruzione e il malaffare – spiega – hanno preso da tempo aspetti palesemente criminali, bisogna riformare radicalmente la burocrazia regionale che ha frenato per i propri interessi di casta qualsiasi tentativo di rilancio, tagliandone gli sprechi e aumentandone l’efficienza, riformare profondamente la sanità, atto non più eludibile, dotare la regione di quelle infrastrutture di cui ha bisogno».
L’ex capo della Prociv rivela inoltre di essere impegnato, insieme ad alcuni collaboratori, nella stesura di un programma “essenziale ma realizzabile” perchè, conclude – dopo cinquant’anni di regionalismo segnati da programmi fantasmagorici proclamati e mai attuati, per incapacità amministrativa e politica, la nostra terra non può più attendere”.