Gio 8 Giu 2023
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Cna, imprese ed interventi: parla il responsabile del credito Mario Pagani

“Le misure varate dal governo appaiono piu’
orientate a prevenire i rischi del sistema bancario che alle Pmi”.
Questo il giudizio della Cna, secondo cui vi e’ anche un’attenzione
alla imprese di maggiori dimensioni piu’ che alle piccole e per
vederne gli effetti occorrera’ verificarne il funzionamento.”Alle
banche vengono dati margini di discrezionalita’ che per esperienza
sappiamo che tendono a penalizzare le imprese piu’ piccole”, fa
notare Mario Pagani, responsabile credito di Cna, secondo cui
rispetto a precedenti interventi, si osserva un significativo
allargamento della platea delle imprese interessate, un innalzamento
della copertura del Fondo di Garanzia, da 2,5 a 5 milioni di euro per
impresa, l’intervento di Cdp rivolto anche ad imprese fino a 3.000
dipendenti. Tutto cio’ fa pensare che “siamo ben al di la’ di azioni
rivolte alle piccole imprese”.

“La sensazione – spiega all’AGI – e’
che l’insieme degli strumenti forse non ce la fara’ a sostenere
l’imprenditoria diffusa che rischia di andare in crisi di liquidita’
e poi di chiudere”. Secondo Pagani, non si riesce a trovare “la
chiave giusta per sostenere le piccole imprese che rappresentano il
tessuto economico italiano, visto che il 98% delle imprese hanno meno
di 50 dipendenti e il 95% meno di 10 dipendenti”.

Per Pagani, “in questa fase si deve trovare
il modo di rivitalizzare strumenti quali i Confidi che invece vengono
marginalizzati molto, ridisegnando il loro ruolo, prevedendo che
possano diventare strumenti necessari per far affluire credito alle
imprese piu’ piccole, visto che hanno competenze e conoscenze di quel
mondo. Sarebbe un intervento piu’ chiaro per far arrivare soldi alle
piccole imprese, rispetto a strumenti atti a difendere il sistema
bancario”.

Un effetto evidente delle crisi del 2008 prima, e del 2011 poi –
sottolinea Cna – e’ stato il costante allontanamento del mondo del
credito dalla micro e piccola impresa. Il rischio e’ di ritrovarci
all’indomani dell’emergenza con una architettura di strumenti ancor
piu’ lontana da questo mondo, ovvero dall’economia reale, visto che
rappresenta il 98% della nostra economia”.