Già lasciare materiale in giro, buttandolo per strada, è vergognoso quando non c’è una situazione come quella attuale, mentre è scandaloso nel pieno di un’epidemia. Eppure è quanto ogni giorno siamo costretti a constatare.
Mascherine di ogni tipo e guanti usati si ritrovano su strade e marciapiedi. le zone maggiormente prese di mira dagli incivili sono soprattutto in corrispondenza dei supermercati e fra i pochi esercizi aperti in questo periodo di quarantena.
A denunciare questa deprecabile abitudine anche l’associazione Plastic Free che ha diffuso foto e video sui suoi canali social, sottolineando i pericoli non solo per l’ambiente, visto che si tratta di dispositivi realizzati in cosiddetto tessuto non tessuto, quindi in fibre di polipropilene o poliestere, cioè plastica, oppure in lattice, che è biodegradabile, in nitrile, Pvc e in altri materiali sintetici, ma anche per la salute pubblica.
Si tratta infatti di materiali potenzialmente contaminati – basti pensare ai Covid-19 asintomatici – che, per quanto di certo non vengano raccolti volontariamente dalle persone, potrebbero comunque risultare pericolosi, ad esempio per gli operatori della pulizia stradali. O, semmai fosse confermata la loro suscettibilità all’infezione, per gli animali di compagnia. Un’indagine recente in via di pubblicazione sul New England Journal of Medicine ha infatti provato come il virus mantenga una carica infettiva notevole anche sulla plastica: un gruppo di ricercatori del National Institutes of Health Virology Laboratory di Hamilton, in Montana, ha provato a distribuire il virus su sette materiali che si trovano comunemente nelle nostre abitazioni e negli ospedali. L’obiettivo era appunto comprendere quanto sarebbe sopravvissuto. Risultato? Il microrganismo è durato più a lungo sulla plastica e sull’acciaio inossidabile, ai quali è rimasto «aggrappato» per tre giorni. Un giorno, invece, sul cartone.
Guanti e mascherine, che vanno maneggiate il meno possibile senza toccare le parti esterne, vanno dunque gettati nell’indifferenziato (tranne nel caso dei guanti in Pvc) dopo l’uso, che è stimato nell’ordine di alcune ore. Senza dimenticarsi, subito dopo, di lavare le mani.
Ma mascherine e guanti usati possono davvero essere pericolosi in termini di contagio? «Partiamo da un presupposto: i rifiuti prodotti dai soggetti in isolamento preventivo o in quarantena dovrebbero essere smaltiti nel modo giusto, dovrebbero essere assimilati a rifiuti sanitari. Visto che farlo in casa è complicato, smaltiamoli nell’indifferenziata usando un doppio sacchetto impermeabile: qualora lo fossero, non gettiamoli fra i riciclabili, dove potrebbero essere lavorati e sottoposti ad altri passaggi – spiega Paolo Villari, direttore del dipartimento di Sanità pubblica e di Malattie infettive all’università La Sapienza di Roma e ordinario di igiene – questa è la situazione di sicurezza. Il fatto che ce ne siano per strada non deve assolutamente accadere. Ma dobbiamo ovviamente tenere presente che non sono necessariamente di positivi. Non mi allarmerei troppo se ne troviamo per terra, perché la probabilità di contagiarsi è molto bassa. Ma certo è una questione che riguarda la civiltà della popolazione».