Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, il leader della Lega era appena sceso dall’auto per raggiungere a piedi il luogo del comizio quanto una giovane donna originaria del Congo gli si sarebbe avvicinata, lo avrebbe afferrato per la camicia e così facendo gli avrebbe strappato un rosario dal collo.
Il gesto non sarebbe stato programmato: le forze dell’ordine ritengono che la donna, di ritorno dal lavoro, si sia ritrovata casualmente in mezzo ai sostenitori della Lega e a quel punto avrebbe deciso per avvicinarsi a Salvini. Il suo gesto non avrebbe alcun collegamento neppure con la manifestazioni contro Salvini organizzata sempre a Pontassieve da alcuni antagonisti.
“Ognuno può avere idee politiche, calcistiche, religiose diverse, ma la violenza no: la camicia me la ricompro, ma strappare dal collo un rosario che mi ha regalato un parroco è una cosa che non sta né in cielo né in terra, e quella persona si dovrebbe vergognare” ha commentato poi Salvini dal palco del comizio dopo l’aggressione.
Subito è arrivata la netta condanna del gesto da parte della segretaria del Pd toscano Simona Bonafé: “Condanniamo con nettezza l’aggressione avvenuta poco fa ai danni di Matteo Salvini. La Toscana è e deve continuare ad essere terra che si contraddistingue per un dibattito politico corretto e noi vogliamo che tutti possano manifestare liberamente le proprie idee, che si tratti di chi la pensa come noi o diversamente”.