La Polizia di Stato ha consegnato alla Procura della Repubblica di Paola (Cs) un fascicolo sulla morte di Antonio Carbone, il carabiniere di 56 anni deceduto due giorni fa dopo un litigio avvenuto sulla spiaggia della cittadina calabrese.
Probabilmente sulla salma sarà eseguita l’autopsia. Il maresciallo era tornato nella cittadina calabrese di origine da Torino. Il sottufficiale dell’Arma ha avuto un litigio con un bagnante, un uomo del Cosentino, e con la famiglia di quest’ultimo, dopo aver visto gettare una cicca di sigaretta in mare. Prima un richiamo garbato, poi una lite in spiaggia, fino al malore che ha colto il sottufficiale dell’Arma appena rientrato sotto il suo ombrellone.
Il fascicolo raccolto dalla Polizia di Stato, che ha avviato le indagini, è giunto oggi negli uffici della Procura di Paola che adesso assumerà le decisioni necessarie, prima fra tutte il sequestro della salma per gli esami autoptici necessari per chiarire le cause del decesso improvviso. Secondo la ricostruzione dei presenti, Carbone avrebbe richiamato l’uomo che aveva gettato in mare la cicca di sigaretta. Da qui l’ alterco con l’uomo e con suo figlio e subito dopo il malore.
Il fratello del carabiniere, Vincenzo, si è sfogato attraverso i social: “Aveva solo chiesto con gentilezza di non buttare rifiuti in mare. Ha subito violenza gratuita senza scopo e senza senso: è evidente la nullità e il vuoto assoluto di alcuni calabresi”