C’è chi si è ravveduto e ha potuto riconciliarsi simbolicamente con le vittime, c’è chi ha sparato per difendersi da una rapina durante la quale ha visto morire il proprio fratello, c’è chi ha cercato di redimersi.
Sono sono alcune delle storie e delle considerazioni che hanno spinto Sergio Mattarella a esercitare il potere di grazia che la Costituzione (articolo 87) conferisce al Presidente della Repubblica. Mattarella ha adottato sette provvedimenti di clemenza individuale, cioè sette decreti di grazia, in ordine ai quali la Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha formulato avviso favorevole.
Tra i “graziati” dal Capo dello Stato anche il calabrese Michele Strano, 53 anni, condannato a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione per il delitto di omicidio volontario commesso nel 2012, nel corso di una rapina ai suoi danni nella quale era rimasto ucciso anche suo fratello.
Nel concedere la grazia di un anno di reclusione il Capo dello Stato ha tenuto conto del parere favorevole, formulato dal competente Procuratore Generale, e del percorso di riconciliazione avvenuto tra i familiari delle due vittime.