Dom 28 Mag 2023
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A Mendicino i primi ucraini, tra giochi e solidarietà

“…I Russi, i Russi…gli Americani. No lacrime, fino a domani…”. Chissà se la canzone “Futura” di Lucio Dalla riecheggia nell’aria. Straordinariamente attuale, quel testo di allora è oggi cronaca quotidiana. A Mendicino, bel borgo delle Serre cosentine, il parroco Don Enzo Gabrieli dalle parole è passato, per primo forse, ai fatti. Ed al di là della raccolta di alimenti e beni di prima necessità, nella canonica della parrocchia cittadina, la chiesa di San Nicola, ecco arrivare i primissimi profughi in Calabria. Si tratta di due nonne e due mamme con sei bambini. “Altri ne arriveranno nei prossimi giorni”, ci riferiscono. I papà, i mariti no: loro sono rimasti nella Patria terra per la guerra in atto e difendere ragioni e territori. Il parroco don Enzo Gabrieli, d’intesa con l’ufficio Migrantes, ha messo la canonica a disposizione; le autorità prevedono che i flussi in arrivo saranno sempre più importanti col passare del tempo ed allora diventa necessario allestire, in fretta, luoghi idonei ed ospitali.

Letti caldi, puliti, addirittura una cucina strapiena di conserve e padelle. Riscaldamenti al “massimo” e finanche giochi per i più piccini. Una risposta incredibile della comunità cosentina e di Mendicino. L’orgoglio si legge negli occhi di don Enzo e dei fedeli. Si punterà molto sul Sai (Sistema di accoglienza integrato) rafforzato dal decreto legge del 28 febbraio, così come sui Cas (Centri di accoglienza straordinari). Determinante il contributo della diocesi. I volontari della Caritas e della Prociv Madonna del Rosario si sono dati molto da fare nelle ore precedenti. Impegno, passione e stati d’animo agitati. D’altronde il vescovo di Cosenza, Nolè, era stato fin troppo chiaro: “aprite le porte”. Così è stato. Cosi sarà.

“Al dolore non deve aggiungersi la malattia”, aggiunge Don Enzo. Quasi ad esorcizzare il problema covid tutt’altro che sconfitto. “I nostri amici ospiti sono stai vaccinati con il sistema temporaneo di assistenza ma certamente nelle prossime ore anche l’Asp locale ci aiuterà”, confermano dalle Serre. Una corsa al sostegno, allora. Per tutti. “Meglio una piccola offerta dignitosa che liberare la soffitta e svuotare gli armadi”, l’appello chiaro del parroco per il proseguo. Oltre alla casa canonica, l’impegno della comunità non si ferma qui. È stata data infatti alla Caritas diocesana e alla prefettura anche la disponibilità per utilizzare la Casa di accoglienza di Santa Maria che potrà ospitare altre trenta persone. A coordinare l’organizzazione oltre a don Enzo anche il vice parroco don Rodolfo Bruschi. “La nostra comunità di Mendicino è sempre stata un modello in Calabria in tema di accoglienza. In questi anni abbiamo aperto tante volte le braccia a ragazzi e a famiglie provenienti dagli scenari di guerra in Africa o in Asia, accogliendoli nei nostri centri e integrandoli nella nostra Città. In questi giorni con una mia lettera a S.E. il Prefetto ho offerto nuovamente la disponibilità della nostra comunità all’accoglienza per un aumento dei posti nei nostri Sai già attivi. Così come ho dato il mio assenso all’attivazione da parte del Ministero dell’Interno dei Cas presenti sul nostro territorio”, l’appello del sindaco Antonio Mendicino.