“Mi dispiace ma devo dirlo”.
Sono queste le parole che utilizza l’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto a proposito del nuovo progetto su via Roma: la strada che separa due plessi scolastici, da sabato sarà un’altra volta aperta al traffico delle autovetture.
Mario Occhiuto, dalla sua pagina Facebook, non nasconde il disappunto.
“La cifra etica e culturale nella classe dirigente di una città la trovi nella differenza tra chi compie azioni volte alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza dei bambini e chi si appresta come primo atto a smantellare le piazze per far spazio alle macchine e al traffico di fronte a due scuole.
Mi sembra la sintesi perfetta dei diversi programmi e delle diverse idee di futuro della città. È una vera involuzione culturale, purtroppo con un pessimo esempio per i bambini (soprattutto di quelle scuole, ma per tutti) e per le giovani generazioni.
Inoltre non esistono città che abbiano risolto i problemi del traffico e dei parcheggi aumentando e allargando le strade veicolari ma al contrario tali problemi in tutta Europa sono stati affrontati limitando e scoraggiando l’uso e il possesso dell’auto privata e agevolando tutti i mezzi alternativi.
In cosa consistono queste politiche? Nello stimolare i cittadini a camminare, nel creare zone a traffico limitato il più possibile estese in tutto il centro urbano, nel limitare i punti di incrocio veicolare e i parcheggi selvaggi che si verificano sulle strade centrali troppo larghe e rettilinee, nell’introdurre i principi della “mobilità dolce” e della strada come “spazio pubblico condiviso”, nell’incrementare le piste ciclabili per facilitare l’uso delle bici, nel migliorare il trasporto pubblico locale con corsie preferenziali e con corse frequenti, nell’adozione di nuovi sistemi di mobilità tipo il bike sharing.
Qui davanti alle scuole e su via Roma il traffico non diminuirà affatto ma anzi aumenterà, nei periodi di apertura delle scuole, perché più si creano strade grandi e rettilinee e più le auto sono attratte e arrivano in maggior numero presso i colli di bottiglia e gli incroci.

Oggi i maggiori esperti di urbanistica, specie a seguito delle conseguenze e dell’impatto della pandemia, promuovono un modello di città più aperto ai cittadini pedoni, fatto di spazi pedonali e verdi, di piste ciclabili, di percorsi del benessere che guardano alla salute e alla qualità di vita.

Ma oggi sono triste per il futuro della mia amata città.”