Mar 19 Mar 2024
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Referendum sulla Giustizia “bocciati” dagli italiani. «Oltre la metà non andrà a votare»

ll prossimo 12 giugno, oltre che per le elezioni amministrative in molti comuni, i cittadini saranno chiamati alle urne per esprimersi in merito al Referendum sulla Giustizia.

Secondo il sondaggio realizzato dall’Istituto Demopolis su un campione stratificato di 1.500 intervistati – rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne – 3 cittadini su 10 appaiono decisi a recarsi ai seggi, il 14% deve ancora pensarci. Il 56% non sembra invece interessato a partecipare alla consultazione referendaria. “Se questo orientamento di massima fosse confermato – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – il quorum per la validità dei Referendum del 12 giugno non sarebbe raggiunto”.

I referendum su cui gli italiani sono chiamati a votare sono di carattere abrogativo esclusivamente se coinvolgono la metà più uno degli aventi diritto. I cinque quesiti riguardano la riforma del Csm, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abolizione della legge Severino. “La maggioranza assoluta – si legge nella ricerca – condivide la proposta di separazione delle carriere. Appena un terzo sarebbe favorevole a limitare l’ambito di applicazione della custodia cautelare.

Minoritaria appare nell’opinione pubblica la volontà di abolire la legge Severino, che impedisce fra l’altro la partecipazione alle competizioni elettorali di chi sia stato condannato per alcuni reati. Favorevole è il 32%; si esprime per il mantenimento della norma il 58%. Sulla legge Severino, l’Istituto Demopolis rileva una netta polarizzazione delle posizioni politiche. Favorevoli all’abolizione sono quasi 6 elettori su 10 della Lega, il 53% di chi vota Forza Italia. Il dato si riduce al 25% tra gli elettori di Fratelli d’Italia, crolla al 7 ed al 4%, rispettivamente tra chi vota il PD e il Movimento 5 Stelle.

I quesiti non sembrano attrarre oggi al voto la maggioranza assoluta degli italiani. A bocciare il funzionamento della giustizia nel nostro Paese è oggi il 66% dei cittadini. “Le valutazioni di segno negativo – afferma Pietro Vento – raggiungono l’85% tra quanti hanno in corso o hanno avuto nel recente passato un’esperienza diretta in tribunale”.