Ogni giorno nuove truffe ai danni di ignari cittadini. L’ultima, in ordine di tempo, consiste in una vera e propria estorsione di denaro tramite l’inganno.
A lanciare l’allarme è stata in primis la Polizia, con un comunicato diffuso sul sito ufficiale.
Analogamente ad altri scam – qui vi abbiamo parlato della truffa denominata “spoofing” – l’utente viene tratto in inganno e convinto a cliccare su dei link che in realtà sono virus, che permettono a chi li invia di avere accesso al computer delle vittime.
I truffatori fingono di essere le forze dell’ordine, convincendo gli utenti meno esperti – soprattutto persone anziane – a fornire “spontaneamente” i propri dati.
Il meccanismo utilizzato per questa frode è particolarmente meschino, fa infatti leva su un’accusa a dir poco grave e infamante, quella di pedopornografia.
Alle potenziali vittime viene infatti inviato un finto atto giudiziario, contenente le accuse in questione, la minaccia di imminenti ripercussioni legali e la richiesta di dati.
Nel comunicato per mettere in guardia i cittadini, La Polizia ha ribadito che questo genere di comunicazioni online è sempre da catalogare come tentativo di frode:
“Nessun ente istituzionale contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali”, recita infatti il comunicato.
Come sempre, è fondamentale ricordare di non rispondere mai a mail che chiedono di fornire dati sensibili e non cliccare su alcun link, anche quando la fonte “sembra” attendibile: quasi sicuramente si tratta di una comunicazione fasulla.
Il consiglio, di fronte anche solo al minimo dubbio sulla legittimità di una comunicazione online, è di rivolgersi sempre e comunque alla Polizia postale, che potrà facilmente fornire delucidazioni.