“Nei giorni scorsi alcuni cittadini hanno segnalato al Comune di Ricadi il rinvenimento di quattro massi in calcarenite di forma circolare sulla Baia di S. Maria, venuti a giorno a seguito delle ultime mareggiate che hanno asportato ingenti quantità di sabbia proprio da detta località”.
Lo fa sapere l’amministrazione comunale, che ha subito informato la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria e Vibo Valentia, nella persona dell’archeologo Michele Mazza, il quale ha autorizzato il ritiro e trasferimento presso il Museo Paleontologico ed Archeologico di S. Domenica di Ricadi, per intraprendere gli studi finalizzati all’individuazione di notizie storiche attendibili circa la loro funzionalità, il periodo di realizzazione e utilizzo.
L’ipotesi più accreditata
Secondo il Comune della provincia di Vibo, “l’ipotesi più accreditata è che possa trattarsi di macine da mulino per cereali (c.d. petr’i mulinu), sia perché presentano al loro centro il tipico foro che serviva da vano di carico, sia per le loro forme e dimensioni riconducibili per caratteristiche ad esse. Tuttavia, non si è in grado di fissare una data certa d’origine, ma le stesse potrebbero risalire a periodi molto antichi in funzione del fatto che in varie località di S. Maria di Ricadi documentati insediamenti risalenti ad epoche storiche lontane.
Operazioni di recupero e trasferimento
Le operazioni di recupero e trasferimento sono avvenute giovedì 2 febbraio dal responsabile dell’area Tecnica del Comune di Ricadi nonché direttore del Museo Civico Ricadi, Vincenzo Calzona, con il supporto dell’ingegnere Maurizio Pantano, grazie ai contributi volontari dell’associazione Amici del Mare, la quale ha effettuato alcune riprese aeree con drone, e delle Imprese ‘Scoglio della Galea’ e ‘L’angolo dei Fiori’, che hanno messo a disposizione uomini e mezzi. Attualmente, i reperti sono allocati presso il giardino del Museo Paleontologico ed Archeologico di S. Domenica di Ricadi e possono essere visitate negli orari d’apertura dello stesso”.
Arricchito il patrimonio storico-culturale di Ricadi
Un’”importante scoperta scientifica”, dunque, che “va ad arricchire il patrimonio storico-culturale del territorio ricadese, già di gran lunga facoltoso di numerosi reperti che hanno trovato la loro dimora in una rete museale diffusa, unica nel suo genere per l’enorme valore antropologico, che peraltro è stata di recente coinvolta quale caso di studio da proporre in altre zone dell’Italia”.