È proprio una musica quella scolpita e impressa nei disegni delle rosette delle absidi della chiesa del Patir a Rossano.
Questa l’eccezionale scoperta fatta dal prof. Armando Rossi e presentata in prima assoluta alla manifestazione PATIR realizzata dall’associazione Rossano Purpurea il 27 e 28 Maggio scorso proprio nel famoso cenobio a Rossano.
Secondo le ricerche condotte dal professore e architetto, le decorazioni delle absidi della chiesa rappresenterebbero un vero e proprio spartito musicale che, riportando le esatte proporzioni armoniche e musicali permetterebbero di intonare l’antico canto dedicato alla Madonna della trazione bizantina.
Il Theotoke Parthene, questo il nome dell’Ave Maria Bizantina, si ritrova perfettamente coincidente nelle decorazioni e le assonanze delle prime due strofe sono state dimostrate da Armando Rossi duranti i lavori del convegno.

I suoni ecclesiastici e l’intero sistema della musica bizantina in generale, spiega il professore, sono strettamente connessi con l’antico sistema musicale greco scoperto e descritto da Pitagora che fu il primo a collegare la musica con la matematica. Pitagora, creò i ‘’suoni’’ e fece corrispondere le loro proporzioni alle note, generando così le scale, che sono la base della forma cosiddetta Octoechos, cioè il centro della teoria musicale bizantina.
Il canto bizantino, scritto nella lingua greca, era monodico, a ritmo libero e cercava di rappresentare melodicamente il significato delle parole. Le rosette delle absidi della chiesa del Patir sono quindi una musica ben precisa che veniva intonata dai frati sin dal X sec.
La scoperta del prof. Rossi ha qualcosa di eccezionale, tra l’altro non nuovo a scoperte e ricerche su questi temi, poiché dopo gli esempi già individuati di musica medievale scolpita nei capitelli dei chiostri di San Cugat e di Gerona e la musica barocca della facciata della chiesa del Gesù Nuovo a Napoli questa scoperta rappresenta l’unico esempio di musica bizantina su pietra al mondo e dal 2019 la musica bizantina ecclesiastica è iscritta nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Rossano, quindi, ancora una volta scrigno di tesori, dopo il Codex Purpureus ancora una scoperta di eccezionale valore se non più grande per la unicità del contenuto.
La Calabria ancora una volta, si dimostra terra di tesori inestimabili e unici al mondo e da oggi la bellissima chiesa del Patir a Rossano ha un motivo in più per essere visitata e scoperta.