Lun 29 Apr 2024
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Agnello legato durante la Messa nel Vibonese, le associazioni: “Pratica crudele e diseducativa”

Le Associazioni Oipa, Lav, Argo e Balzoo esprimono “profondo sdegno e forte condanna per l’esposizione di un agnello, con le zampe legate, durante la funzione del Giovedì Santo nella chiesa di Maria SS del Soccorso, a Monterosso Calabro.

Il fatto è stato segnalato da alcuni cittadini indignati e chiediamo che discutibili manifestazioni come quella riportata, che coinvolgono loro malgrado degli animali, non abbiano più a verificarsi”.

Maltrattamento di animale

“Ricordiamo – proseguono le associazioni – che in base al D.P.R. 31 marzo 1979 spetta al sindaco la vigilanza sull’osservanza delle leggi e delle norme relative alla protezione degli animali presenti sul territorio comunale e nella fattispecie è possibile rilevare che il fatto in questione sembra contrastare con gli articoli 544 ter (maltrattamento di animale) e 544 quater (spettacoli o manifestazioni vietati) del Codice Penale, introdotti dalla Legge 189 del 2004. E anche il solo esporre un animale, come in questo caso, sottoponendolo a condizioni di stress o di paura ‘per crudeltà o senza necessità’, è considerato maltrattamento dalla giurisprudenza corrente”, hanno scritto le associazioni.

“Ricordiamo inoltre che manifestazioni come quella di cui sopra necessitano del nulla-osta da parte del Servizio Veterinario dell’ASL, come previsto dal Regolamento di Polizia Veterinaria e, in caso di lotteria, quello del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La motivazione di tradizioni folkloristiche o religiose non sono sufficienti a giustificare tali pratiche che possono violare la legge e suscitano sentimenti di riprovazione nella maggior parte dell’opinione pubblica, a fronte di una crescente sensibilità nei confronti degli animali, la cui tutela è anche sancita dall’articolo 9 della nostra Costituzione.

Pertanto le associazioni si riservano di intervenire con ogni azione che riterranno opportuna in difesa degli animali usati in manifestazioni come quella di Monterosso Calabro, pratiche anacronistiche che inducono a considerare gli animali come oggetti, abituando le persone all’indifferenza verso la loro sofferenza e comunicando un messaggio chiaramente diseducativo per i giovani”, concludono.