Ed ecco a voi, cari lettori virtuali, una inedita rubrica dedicata all’Università e all’intero mondo che gravita intorno a questa istituzione, sul piano accademico e non solo. Protagonista è la nostra amata Unical, crocevia di popoli e svariate culture e, come si sente di frequente, volàno di crescita per l’intera regione.
Si potrebbe esordire con una volitiva apologia della cultura. Sarà, tuttavia, Cesare Lombroso a fungere da prologo. Medico e pioniere degli studi sulla criminalità, ha speso la sua esistenza nel tentativo di conferire concretezza alle sue teorie, basate sulla fisiognomica, le quali propinavano una correlazione tra il tasso di criminalità e l’appartenenza ad una razza specifica. Non ci sorprende se il pregiudizio verso noi meridionali era già ben saldo al tempo del Positivismo. Egli addirittura si impegnava nella ricerca di un fondamento scientifico per testimoniare la nostra inferiorità, trovando l’origine della nostra inettitudine e subordinazione persino nella conformazione biologica del nostro cranio. Fortunatamente però la scienza non ci cataloga come razza maledetta. Il Meridione da sempre è stato un territorio segnato da ingiustizie, con endemiche ed innegabili problematiche legate all’ambito economico e sociale, a cui si accosta un’ulteriore complicazione, fonte di afflizione: la disoccupazione giovanile e la schiacciante fuga dei cervelli.
Proprio da tali premesse nasce l’idea di questa rubrica: l’obiettivo è di porre i riflettori su una realtà, teoricamente incontaminata, in cui si crea emancipazione. L’Unical è il luogo in cui i giovani devono essere e sono protagonisti. L’Unical è il luogo in cui la cultura non deve essere un mero enunciato teorico. L’Unical è il luogo in cui la spesa per la formazione deve essere un investimento per il futuro. L’Unical deve essere compartecipe del processo di riscatto della Calabria.
Non ci resta, allora, che parlarvi proprio di lei.
L’Università della Calabria è il più grande campus italiano, con innumerevoli richiami allo stile americano. Università giovane, con meno di 50 anni di vita, rappresenta una delle realtà più stimolanti, al punto da essere menzionata in diversi ranking mondiali di assoluto prestigio. Sfoggia la vocazione di campus residenziale: conta, infatti, circa 2500 alloggi, tre teatri e, di recente inaugurazione, due sale cinematografiche. Dal punto di vista della ricerca, possiede oltre 100 laboratori attrezzati e diversi centri di ricerca di interesse nazionale. Tra i servizi offerti, si registrano tre mense, che erogano circa un milione di pasti l’anno. La popolazione studentesca conta attualmente 26mila studenti, con circa un migliaio provenienti da svariati paesi di tutto il mondo, ben settanta. Anche ai più atletici è riversato un servizio idoneo: c’è, per l’appunto, un attrezzato centro universitario sportivo. La pianta organica dell’Università conta circa 800 docenti e 800 unità di personale tecnico-amministrativo.
Il campus di Arcavacata è anche un punto di riferimento nel panorama italiano del diritto allo studio: sono infatti circa sei mila le borse erogate agli studenti meritevoli.
Diamo avvio a questo intenso reportage, con un’immersione nella cultura, unico vero “motore” del cambiamento. Perché se è vero che la cultura ha un costo, pensate a quale sia il costo dell’ignoranza.
Ilenia Viola