Ven 19 Apr 2024
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Scuole superiori, Spirlì incentiva a disertare le aule

Il 50% degli studenti potrà ritornare a fare lezione in classe, gli altri dovranno avvalersi della didattica digitale integrata. Tutti i ragazzi saranno dunque chiamati a seguire una turnazione settimanale che consentirà loro di poter tornare tra i banchi di scuola.

Ma, per i ragazzi calabresi, vi è la possibilità, ancora, di derogare alla didattica in presenza. L’Ordinanza del Presidente della Regione Calabria n.4 del 30 gennaio 2021 stabilisce che gli studenti maggiorenni ovvero i genitori degli studenti minorenni potranno produrre esplicita richiesta per fruire della didattica sincronica online (DaD). Sarà sufficiente inoltrare un’istanza alle segreterie scolastiche per chiedere di continuare le lezioni da casa. Un provvedimento, quello del Presidente facente funzioni, Nino Spirlì, che demanda le decisioni agli allievi ed ai rispettivi genitori.

Il Governatore della Calabria sceglie di “non scegliere”, così da non assumere nessuna responsabilità. I genitori, che esercitando la responsabilità genitoriale sui figli già incorrono quotidianamente in innumerevoli decisioni inerenti la crescita, la vita, l’educazione dei minori, oggi sono chiamati ad effettuale l’ardua scelta tra il diritto all’istruzione ed il diritto alla salute dei propri cari.

Tale decisione non è affatto semplice per qualunque genitore che si trovi ad effettuare un bilanciamento degli interessi del minore. Se da un lato parrebbe che si tuteli maggiormente la salute del figlio optando per la didattica a distanza, dall’altro vi sono studi ormai acclarati sulle innumerevoli conseguenze negative che l’isolamento in casa ha sugli studenti, sia sul piano dell’apprendimento, sia su quello psicologico ed emotivo.

La decisione di chiudere le scuole dovrebbe essere adottata solo in situazioni di eccezionale emergenza sanitaria. La DaD, introdotta nel marzo 2020, quando la situazione pandemica era agli esordi e sconosciuta a chiunque, rappresentava un’equilibrata soluzione momentanea per l’istruzione dei ragazzi; gli studenti ed i loro insegnanti hanno dato una prova straordinaria di serietà, impegno e responsabilità. Oggi, però, dopo diversi mesi (quasi un anno) è inaccettabile che una madre e un padre siano chiamati a scegliere tra quella che parrebbe una tutela maggiore della salute ed il diritto all’istruzione.

In un contesto sociale in cui tutti i lavori si esercitano regolarmente, con l’adozione di giuste misure di sicurezza, è impensabile poter ancora sacrificare il diritto costituzionalmente garantito all’istruzione. La scuola tradizionale comporta dei gesti come leggere, ascoltare, prendere appunti, fare interrogazioni; è fatta di socialità, scambi di opinioni tra alunni e docenti, sguardi, sorrisi. Non si può nemmeno lontanamente paragonare la vera scuola con la Dad. Non si può scegliere tra la didattica in presenza e la “didattica digitale integrata”, diametralmente opposte.

La Dad, che ha relegato nelle mura di casa bambini e ragazzi per mesi e mesi, sta mettendo a dura prova gli studenti, non solo creando criticità didattiche, quanto portando disagi psicologici e comportamentali. Le restrizioni delle relazioni sociali dei più giovani – spiegano gli esperti – avranno ricadute negative generando ansia, depressione, incapacità di apprendimento ed instabilità emotiva.

Ebbene, in un siffatto quadro generale, appare ancor più ardua la scelta di un genitore. Protendere per la didattica a distanza per i propri figli non garantirebbe comunque il diritto alla salute, al contrario, potrebbe esporlo a problemi psichici ancor maggiori rispetto al contagio da Covid 19.

Sembrerebbe che il nostro governatore calabrese, con la nuova ordinanza in questione, abbia lasciato più libertà di scelta ad ogni genitore; al contrario, tale provvedimento è emblematico dell’incapacità governativa e rappresenta un enorme “spaccacapo” dal quale dipende la vita dei nostri ragazzi.