Ven 29 Mar 2024
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In Calabria si continua a morire, ma non di solo Covid

La situazione critica del nostro Sistema Sanitario Nazionale è il risultato dei tagli promossi indistintamente da tutti i governi degli ultimi 20 anni. Governi che hanno rappresentato una vera e propria sciagura per tutti i cittadini calabresi. Sciagura multicolore a cui hanno contribuito tutti i partiti politici di ogni colore e orientamento: dal PD e Fratelli D’Italia, passando per la Lega fino a Forza Italia. Una vera e propria negazione del diritto alla salute di cittadini e cittadine.

Una situazione che colpisce tutti i cittadini italiani ma che tramortisce in particolare la nostra regione su cui pesano anni di commissariamento a causa della mala gestione politica, caratterizzata da un atteggiano politico/amministrativo extralegale, con il quale è stato generato ulteriore deficit. È proprio il rapporto tra criminalità organizzata, imprenditoria locale e sistema sanitario il principale problema della gestione delle risorse che arrivano ogni anno in Calabria.

In questo periodo in Italia abbiamo perso ben 37 miliardi di euro di cui 25 solo nel 2010- 2015.

La Calabria riceve oltre 3 miliardi di euro per il funzionamento del SSR, ma sono oltre 55 mila i calabresi che ogni anno devono recarsi fuori dalla loro Regione per curarsi (con un esborso di 300 milioni di euro/anno che vengono sottratti al nostro fondo sanitario regionale e spostati alle regioni ricche del nord).

Tutto questo in una regione il cui livello di mortalità infantile è il doppio rispetto alla media nazionale; e almeno 1/3 di chi ha più di 65 anni, ha più di tre malattie croniche e gravi.

Dieci anni di commissariamento non hanno scalfito questo intreccio criminale e il debito invece di essere diminuito è aumentato.

Tanto per dare l’idea non è ancora chiaro e definitivo l’ammontare del disavanzo della sanità regionale in Calabria registrato nel 2019 ma dovrebbe attestarsi sicuramente oltre 1,5 miliardi di euro.

Dal 2000 al 2013 in Calabria il numero dei posti letto persi è stato di 4.041, cioè – 40% rispetto a gli anni del precommissariamento. I posti letti privati rappresentano quasi un terzo del totale in aumento da quando siamo commissariati, mentre il personale sanitario nel sistema pubblico è calato del 17,1% con 3.800 unità in meno tra medici, infermieri e operatori sanitari dal 2010 al 2017. Questo senza considerare che le poche unità di lavoratori che sono state inserite sono tutte soggette a tipologie di contratti precari a tempo determinato.

Queste sono le misure draconiane adottate nella nostra regione, con il consenso tanto del centro destra e quanto del centro sinistra: tagli indiscriminati, che hanno distrutto la sanità calabrese e di fatto negano il diritto alla salute costituzionalmente garantito, nonostante l’indebitamento continui a crescere.

Questa la condizione della nostra sanità con la quale stiamo fronteggiando la pandemia. Una situazione disastrosa che mette in discussione quotidianamente sia la nostra vita che quella del personale sanitario. Una situazione drammatica nella quale nulla di concreto si è realizzato per potenziare gli ospedali ed il territorio, per stabilizzare il personale già in

servizio ed assumerne di nuovo per ridurne la cronica deficienza, per potenziare le Terapie  Intensive.

A questa situazione si aggiunge quella sulle vaccinazioni che è a dir poco disastrosa, con elementi di clientelismo che garantisce il diritto solo agli “amici degli amici”. Clientelismo e raccomandazioni che sottraggono la priorità a chi ne avrebbe diritto e fanno balzare la Calabria in testa alla classifica nazioni per somministrazioni effettuate ai soggetti derubricati sotto “altra categoria”.

Mentre i vaccini ritardano e i contagi volano siamo costretti ad assistere ai deliranti proclami di Spirlì, al quale oggi si aggiunge Figliuolo, secondo i quali tutto procede bene. Ma non di capisce come mai la Calabria rimane pericolosamente ferma all’ultimo posto per somministrazione dei vaccini con una pessima gestione e senza una organizzazione programmata dei centri vaccinali visto che il tutto e sostanzialmente affidato alle Aziende Sanitarie Provinciali che hanno proceduto ognuna per conto proprio.

Il reclutamento del personale per la somministrazione delle dosi, per tutte le regioni italiane, è stato affidato alla Rete d’imprese formate da Etjca e Orienta ma anche in questa occasione non si perde la cattiva abitudine di proporre contratti precari.

Ad oggi siamo a 339.109 persone vaccinate ovvero il 17,62% della popolazione, a fronte di

461.590 dosi consegnate, pari 73,5% degli abitanti.

In Calabria mediamente vengono vaccinati 6.364 persone al giorno. Mantenendo questo ritmo ci vorrebbe un anno per coprire il 70% della popolazione. L’obiettivo sarebbe raggiunto il giorno 3 aprile 2022 contro la previsione del governo ad agosto 2021.

Nell’ultimo rilevamento del Ministero Salute, relativo al periodo 2-8 aprile: la Calabria presenta una percentuale di positività del 12%, in linea con la Puglia, la Campania (10%) e la Valle d’Aosta (8,9%), ma contrariamente a quanto avviene in queste regioni in Calabria si è già superata la soglia di occupazione dei posti letto (oramai esauriti).

Di fatto stiamo vivendo la fase peggiore dall’inizio della pandemia! Ma si passa ad una zona arancione che risponde a logiche tutte politiche e non scientifiche.

I responsabili di tutto ciò sono Speranza, Spirlì e Longo.

Purtroppo in Calabria non c’è solamente la pandemia, ma anche altre patologie gravi e meno gravi che devono essere curate.

Gli interventi programmati sono praticamente fermi da più di un anno, e il numero di pazienti che hanno accesso alle strutture Ospedaliere per perenzione o cura si è fortemente ridotto. Questo perché al personale sanitario, che non smetteremo mai di ringraziare, che oggi si sta occupando dei reparti Covid, si è sono aggiunte pochissime unità, preferendo semplicemente spostare chi era in forze in altri reparti, con la conseguenza di produrre meno interventi programmati in Chirurgia, in Cardiologia, in Oncologia ecc ecc.

 

Come Calabria Resistente e Solidale proponiamo:

  1. Un piano di stabilizzazioni e di assunzioni per porre fine alla strutturale carenza di personale sanitario, per garantire il diritto alla salute, che oggi passa per la lotta alla pandemia ma che deve garantire anche gli interventi programmati;

Una campagna straordinaria di vaccinazione per impedire una lunga attesa per le vaccinazioni che non farebbe altro che aumentare il numero dei morti per covid;

  1. La requisizione delle cliniche private, per garantire posti letto e personale sanitario;
  2. Fine del disastroso commissariamento della sanità calabrese e abbattimento del deficit accumulato in tutti questi anni, che si è ingigantito anche per responsabilità delle gestioni commissariali governative largamente fallimentari, perché tutto deve ritornare nelle mani del popolo calabrese, che deve essere messo nelle condizioni di partecipare alle decisioni ed alle scelte;
  3. Una riforma nazionale dei criteri per una diversa ripartizione della spesa sanitaria tra le regioni, che tenga in conto in primo luogo della necessità di garantire i Livelli essenziali di assistenza nelle regioni come la Calabria dove i Lea sono lontani dall’essere raggiunti;
  4. Ritorno al Servizio Sanitario Nazione per garantire il diritto alla salute uguale, certo ed esigibile sull’intero territorio nazionale.
  5. La mobilitazione di tutto il personale sanitario, ivi compresi i medici di famiglia, per accelera la campagna di vaccinazione e mettere in sicurezza in particolare gli anziani, le persone fragili e i vulnerabili, facendola finita con le vaccinazioni dei furbetti.

Calabria Resistente e Solidale