In Cosenza-Benevento non ci sarà tifo da parte dei tifosi rossoblù. Alla decisione dei gruppi organizzati della Curva Nord di rimanere fuori dallo stadio in segno di protesta verso la condotta della proprietà del club rossoblù, fa seguito quella analoga degli ultras della Curva Sud.
IL COMUNICATO DEGLI ULTRAS CURVA SUD
“Come ben sapete il nostro motto è sempre stato “You’ll never walk alone”, lo abbiamo dimostrato in ogni stadio a partire dalla polvere dei campetti di periferia della serie D. Non abbiamo mai badato a calciatori che vanno e vengono – si legge sulla pagina Facebook del gruppo – di risultati infausti la nostra storia è piena. Quello che contestiamo è l’atteggiamento di una società, con a capo uno pseudo presidente che è lì solo per gli interessi personali, che ad ogni richiesta della tifoseria ha risposto sempre con strafottenza e menefreghismo, con un silenzio assordante, con la solita mancanza di progettualità e con le minacce di sanzioni. Piuttosto che avere un confronto con la tifoseria Guarascio preferisce brindare con la Digos.
Questo la dice lunga anche su come è gestito l’ordine pubblico in occasione delle partite. Un ordine pubblico che si permette addirittura di chiudere intere arterie nei pressi dello stadio persino con tifoserie gemellate creando disagi a chi viene ad applaudire i propri beniamini. Un intero popolo è stato offeso nonostante i sacrifici che si fanno per seguire un amore che rappresenta una fuga anche dai problemi della vita quotidiana. Padri che, accompagnando i figli a vedere una semplice partita di calcio, si sono trovati di fronte i tutori dell’ordine che si sono permessi di perquisire dei semplici bambini rei di avere una sciarpa al collo. Settantenni che si sono visti sequestrare un semplice ombrello durante una giornata di pioggia.
Tutto questo è inaccettabile, come sono inaccettabili le multe, le diffide che spesso arrivano per motivi assurdi ed i DASPO societari usati per tappare la bocca a chi chiedeva democraticamente un cambio di rotta. Ci hanno tolto la nostra gioia più grande che, aldilà dei risultati, era il piacere di stare insieme con goliardia e passione vietandoci persino di entrare delle coreografie fatte e acquistate con i nostri sacrifici.