La pressione alta è un fattore di rischio per molte malattie cardiovascolari, ma può essere controllata con una semplice modifica della dieta: ridurre il consumo di sale.
Questo è quanto emerge da una nuova ricerca pubblicata sulla rivista JAMA, che ha coinvolto circa 250 persone tra i 50 e i 75 anni, con diverse condizioni di pressione arteriosa.
Gli autori dello studio, guidati da Norrina Allen della Northwestern University, hanno diviso i partecipanti in quattro gruppi: ipertesi non trattati con farmaci, ipertesi trattati con farmaci efficaci, normotesi e ipertesi resistenti ai farmaci. Per due settimane, i volontari hanno seguito una dieta ad alto contenuto di sodio (circa 2.300 mg al giorno, equivalenti a un cucchiaino di sale) e per altre due settimane una dieta a basso contenuto di sodio (circa 500 mg al giorno).
I risultati hanno mostrato che la dieta iposodica ha avuto un effetto benefico su tutti i gruppi, riducendo la pressione sistolica (il valore massimo) di circa 6 mm di mercurio, un valore paragonabile a quello ottenuto con i farmaci. Inoltre, la dieta iposodica ha permesso di migliorare il controllo della pressione anche nei pazienti già in terapia farmacologica.
“Questo studio dimostra che una semplice riduzione del sale nella dieta può avere un impatto significativo sulla pressione arteriosa, sia che si assumano o no farmaci – ha commentato Allen – e che anche i pazienti che non rispondono ai farmaci possono trarre beneficio da una dieta iposodica”.
La dieta iposodica è quindi una misura semplice ed efficace per prevenire e trattare l’ipertensione, che può ridurre il rischio di complicanze cardiovascolari come infarto, ictus e insufficienza cardiaca. Tuttavia, è importante consultare il proprio medico prima di apportare cambiamenti alla propria alimentazione e alla propria terapia farmacologica.
