“L’apparato scenico” sul quale si svolge il canovaccio tragicomico è il seguente: un comune, Rende, 33.555 abitanti, 9 candidati a sindaco, 26 liste e 580 candidati a consigliere. Numeri che lasciano interdetti anche i più avvezzi “giocolieri” della politica. Dunque, la domanda sorge spontanea: “cui prodest”?. Detto in maniera piu prosaica : perchè tutto questo accanimento a voler concorrere al consiglio cvvomunale di Rende? A quali interessi ,più o meno palesi, si deve ascrivere un tale desiderio verso un comune di piccole-medie dimensioni? Appare , dunque, questa la domanda che i cittadini rendesi devono porsi al fine di effettuare una scelta ponderata e coscienziosa.
“>Noi del M5S, alla luce di questo scenario deprecabile, intendiamo portare, all’attenzione di tutti, una situazione di “atomizzazione partitica” per utilizzare una tipologia cara al politologo Giovanni Sartori. Rende e i suoi cittadini non meritano un “bombardamento” elettorale – scevro dei più minimi contenuti- da parte di candidati a sindaco e relativi consiglieri che non rappresentano, come sarebbe d’altronde naturale, le istanze degli elettori, ma unicamente i propri interessi personali o delle loro agende private legate a più o meno evidenti gruppi di potere locali. Alla luce di quanto affermato, noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo presentato in parlamento una proposta di legge in materia di competizioni elettorali nei comuni appartenenti alle Regioni a statuto ordinario che ha l’obiettivo di porre fine alle vergognose ammucchiate di liste a sostegno di un unico candidato a Sindaco, che nella maggioranza dei casi, sono composte da persone inserite all’ultimo minuto con l’unico scopo di blindare i voti degli amici e/o familiari. Esattamente quello che è successo a Rende, afferma il candidato a Sindaco dei 5 Stelle Domenico Miceli.