Di Enrico Newton Battaglia
Un calciatore, un bomber, un “Re”, un simbolo ma prima di tutto un uomo. Luigi Marulla, (nato a Stilo) conosciuto come Gigi, è tutto questo e anche qualcosa di più. Come ogni città che vive una realtà calcistica dai risvolti quasi religiosi, anche Cosenza ha il suo giocatore “simbolo”, e quel giocatore è proprio Gigi Marulla che per amore del Cosenza ha rifiutato la Serie A; la sua storia è fortemente legata alla “città dei Bruzi”, generando un amore eterno che ancora oggi continua ad esistere.
A parte brevi periodi durante i quali ha vestito le maglie di altre squadre (Acireale, Avellino, Genoa e Castrovillari), la vita calcistica di Marulla si incentra a Cosenza dove è entrato a far parte dei cuori dei sostenitori rossoblù attraverso le sue prodezze e i suoi numeri da record (330 presenze e 91 gol con la maglia del Cosenza). Sicuramente uno dei giocatori più prolifici che abbia mai calcato il terreno di gioco del San Vito (dal 2015 San Vito – Gigi Marulla); abile e tecnico da vero centroavanti.
Tra tutti i suoi gol, quello che, sicuramente, è ben scolpito nei ricordi dei tifosi cosentini è quello contro la Salernitana nella sfida valida per i Play-out giocata in campo neutro a Pescara.
Era il 26 giugno del 1991, primo tempo supplementare: “…Napolitano il pallone è per Marulla, attenzione Marulla, tiro… goal. Goal di Marulla…”. Così Bruno Pizzul commentava, sulla rete televisiva Rai, il goal che decretò la salvezza dei Calabresi che da quel momento in poi continueranno ad esclamare: “Te lo ricordi Marulla?”; non smettendo mai, neanche dopo quel maledetto 19 luglio del 2015 che si è portato via Gigi, anzi hanno continuato a gridarlo sempre più forte; e forse, quel “grido” di 10.000 tifosi rossoblù esclamato con estrema forza ancora una volta a giugno, ancora una volta a Pescara, a ventisette anni di distanza, Gigi deve averlo sentito. Il 16 giugno 2018 la vittoria del Cosenza a discapito del Siena per tre reti a una, sancisce il ritorno della formazione calabrese in Serie B dopo quindici anni.
Cosenza e i cosentini non dimenticheranno mai Marulla, che da ragazzo di provincia, rincorrendo un pallone, è cresciuto a tal punto da diventare “Mito”. In molti vanno sostenendo che il calcio sia solo un gioco, si, ma attraverso emozioni, positive o negative, a volte, ci regala favole talmente belle alle quali non è permesso di “invecchiare”.
Quella di Marulla, una delle più belle della storia calcistica cosentina, si trova nelle nostre mani ed è nostro dovere tramandarla affinché anche a distanza di anni tutti sapranno rispondere alla domanda: “te lo ricordi Marulla?”