Promesse mai mantenute, speranze puntualmente disattese. Molte ditte del trasporto pubblico locale, naturalmente le più piccole, rischiano di chiudere i battenti in Calabria. Oggi riceviamo la denuncia di un imprenditore del TPL che stenta ad andare avanti con la sua azienda di trasporto su gomma, per i crediti che avanza da anni dalla Regione Calabria. Si tratta di milioni di euro! Un rimpallo di responsabilità. “Dopo aver avuto un colloquio con l’assessore ai Trasporti Musmanno, mi sentivo risollevato, ma a distanza di mesi, sono costretto a dover ricorrere ad un altro ed ennesimo mutuo bancario personale per far fronte alle continue spese da sostenere. Bisogna pagare i dipendenti (i miei tutti monoreddito) ed affrontare il costo per la quotidiana manutenzione degli automezzi e poi le rate dei mutui, i canoni delle utenze”. Solo adesso – prosegue l’imprenditore – capisco che la Regione Calabria, elargisce risorse economiche solo e soltanto alle grandi aziende, evidentemente noi piccoli (alla faccia del tutti uguali che professa il PD), dobbiamo morire. L’aumento dei chilometri, il parco autobus nuovo, il costo chilometrico maggiorato, solo alle grandi aziende! Mi ero illuso – conclude l’amministratore – ma in questa terra, la Calabria, chi non ha soldi non riesce neppure a lavorare!
In merito ai trasporti interviene oggi anche il Consigliere regionale Carlo Guccione che attraverso un comunicato stampa fa sapere quanto segue:
Nei giorni scorsi ho incontrato l’amministratore unico di Ferrovie della Calabria, Paolo Marino, durante il quale mi è stata consegnata la documentazione che avevo richiesto in riferimento al bilancio del 2017, correlati dello stato patrimoniale e conto economico, dalla relazione del collegio sindacale, il conto dei beni patrimoniali e immobiliari e, per ultimo, il Piano industriale predisposto dalla legge regionale 35/2015.
Il quadro economico e finanziario di Ferrovie della Calabria – emerso dal confronto e anche dalla documentazione fornitami – desta serie preoccupazioni e potrebbe mettere in grave difficoltà l’azienda. In particolare, la Regione Calabria in base alle delibere di Giunta numero 424/2017 e 657/2018, il 20 febbraio 2019 ha chiesto a Ferrovie della Calabria l’attuazione di quanto deliberato, che prevede l’alienazione delle azioni, nella forma della cessione a titolo oneroso, della quota di partecipazione detenuta nel Consorzio CO.ME.TRA. Scarl e comporterebbe di fatto l’indizione di una gara europea per la cessione delle quote e l’affidamento dei servizi. In questo modo, però, Ferrovie della Calabria di fatto verrebbe svuotata di tutte le sue funzioni perché la dismissione della partecipazione dal Consorzio, per come deliberato dalla giunta regionale, significherebbe non una mera dismissione di quota ma un fatto straordinario di gestione aziendale. Infatti, considerati i vincoli normativi regionali, la società recedendo dal Consorzio perderebbe tutti i suoi servizi che di fatto sono affidati a CO.ME.TRA Scarl, con la naturale conseguenza che si troverebbe costretta a cedere oltre 400 unità di personale, nonché 350 autobus, beni e servizi.
Ma c’è di più: Ferrovie della Calabria, sempre secondo quanto previsto dalla legge regionale, doveva essere soggetta a Spending Review; la Regione oggi chiede il conto del perché non ha ottemperato, negli ultimi tre anni, ai tagli previsti dalla normativa regionale con il rischio di un aggravio di bilancio di oltre 15 milioni di euro.
Anche in relazione al Piano industriale, di cui alla legge regionale 35/2015, oltre a delle linee guida già predisposte con il mantenimento delle attuali risorse derivanti dai vigenti contratti di servizio, si stanno elaborando ulteriori ipotesi di linee guida che prevedono o una diminuzione delle percorrenze ipotizzate nel primo Piano o un necessario incremento delle risorse ordinarie al fine di garantire una migliore qualità del servizio.
Alla luce di tutto ciò appare difficile affrontare la questione che riguarda quanto previsto dall’articolo 13 della legge regionale 35/2015. Tale articolo prevede la costituzione mediante scissione parziale di Ferrovie della Calabria Srl per scorporazione del ramo d’azienda relativo alle attività di gestione e manutenzione delle infrastrutture della rete ferroviaria regionale. Questa scissione avrebbe portato alla costituzione dell’Agenzia regionale reti e mobilità. Agenzia che avrebbe consentito oltre all’avvio del riordino del sistema del Trasporto pubblico locale, anche un recupero di 60 milioni di euro che la Regione ha dovuto versare allo Stato come Iva e che potevamo essere risparmiati e reinvestiti nel settore trasporti.
A novembre del 2018, in risposta a una mia interrogazione sul Trasporto pubblico locale rivolta al presidente della giunta regionale, veniva data come imminente l’assunzione degli atti deliberativi per avviare la procedura di scissione in capo a Ferrovie della Calabria. A distanza di sei mesi tutto questo non si è verificato: il quadro complessivo della situazione del trasporto pubblico locale appare ancora più incerto, con gravi criticità per il futuro di un settore che rischia un ridimensionamento dei servizi, tanto da non poter più svolgere in modo efficiente quella funzione sociale per la mobilità dei calabresi. È necessario fare chiarezza sul futuro di Ferrovie della Calabria e intraprendere decisioni nette che vadano nella direzione di un rilancio del settore.