Nel pieno di una grave crisi politica, e dopo un anno di governo, si assiste al ripetersi di aggressioni ai medici, alle improvvisazioni delle Regioni sulla carenza di personale (medici pensionati, militari…etc), alle dichiarazioni del sottosegretario Giorgietti contro i medici di famiglia (“nessuno va più dal medico di base”), al fallimento delle iniziative della maggioranza per “cambiare” e riformare la sanità pubblica.
Su tutte queste questioni, Francesco Esposito, segretario generale Fismu (e medico di famiglia calabrese) con fermezza, chiede anche “agli altri sindacati una azione comune per un cambio di passo e per avviare una rivoluzione copernicana nel SSN, e no ad ulteriori operazioni cosmetiche di corto respiro, come si è fatto fino ad oggi”.
“Le dichiarazioni polemiche del sottosegretario Giorgetti, uomo forte della Lega e del governo- sottolinea Esposito – in un contesto come il Meeting di CL: ‘…nessuno va più dal medico di base“, dimostrano la scarsa conoscenza della mole di lavoro dei medici di famiglia o, peggio, la volontà di attaccare un settore strategico della nostra sanità pubblica, per aprire a interessi privati, come nel modello Lombardo. I nostri ambulatori sono presi d’assalto dai pazienti ma Regioni e Governo, a partire dal ministro della Salute, fanno finta di non saperlo. Il che è gravissimo”.
“È giunto il momento – continua il segretario generale Fismu – di recuperare autonomia e iniziativa politica: i medici, unitariamente, hanno bisogno di aprire un confronto senza paure con il prossimo governo, e con le Regioni. Non come fatto in questi mesi”.
“Abbiamo perso un anno – aggiunge – con assegni in bianco al ministro Grillo che si sono rilevati effimeri, nonostante in Parlamento l’attuale maggioranza fosse forte e solida: poco si è fatto sulla carenza di medici, solo pannicelli caldi, di cortissimo respiro, i cui effetti si vedranno fra molto anni. Intanto le Regioni, si dilettano con improvvisazioni (medici militari, pensionati, campagna acquisti all’estero…e chi più ne ha più ne metta) invece di convocare una Conferenza Stato-Regioni per dare una risposta coordinata, organica, ed efficace, al problema.
Il nulla nella lotta al precariato: con circa 15mila camici bianchi, tagliati fuori dalle scuole di specializzazione, per le poche borse previste, negli anni scorsi, e, però, impiegati in prima linea negli ospedali e nel territorio con contratti ‘spazzatura’. I cosiddetti camici grigi rimangono senza futuro.
Niente, infine, sul versante della battaglia contro le aggressioni ai medici, nessuna nuova legge approvata. La violenza cronica continua: a pagarla sono i nostri colleghi tutti i giorni”.
“Al nuovo Esecutivo – conclude Esposito – se ci sarà, chiediamo un cambiamento vero, non a parole. Una agenda politica seria sulla sanità e sul ruolo delle Regioni. E vorremmo, anche che chi ricoprirà incarichi governo importanti, come Giorgetti, eviti dichiarazioni inesatte come quella sullo strategico e fondamentale lavoro dei medici di famiglia. Possiamo fargli avere i dati sulla nostra attività o le foto dei nostri ambulatori pieni, anzi strapieni”.