Gio 18 Apr 2024
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Quella cena “british” fra la Santelli e Salvini

Matteo Salvini è tornato in Calabria per festeggiare il risultato elettorale dei 4 consiglieri eletti, raccogliendo il 12 per cento dei consensi a fronte del 24% conseguito nelle europee di maggio. Lui dice che è contento e, se così è, bisogna rispettare il suo stato d’animo nonostante 12 punti circa di perdita secca.

Al teatro Odeon, location osannante allo sceriffo dei citofoni, il leader leghista ha detto di chiudere con i festeggiamenti e mettersi subito al lavoro. Ha dovuto frenare  sulla opzione per i suoi, o assessore o consigliere regionale,  perché nella Calabria saudita il consigliere regionale può fare benissimo anche l’assessore. Con quale impegno, diligenza e risultati è altro discorso.

Ha anche confermato che vorrebbe gestire come Lega “agricoltura, pesca e turismo”. Non ha fatto riferimento esplicito agli assessorati ma è suo convincimento che agricoltura, pesca e turismo siano le risorse  da valorizzare per fare della Calabria una terra ricca e felice. Può anche darsi ma sarebbe tutto da vedere se Jole Santelli gli rifilasse la Sanità nelle condizioni in cui versa, per vedere come, con l’aiuto di Zaia  e di tutta la Padania, risolverebbe il problema.

Ha anche trovato il tempo Salvini, non avendo citofoni da suonare, di fare visita al cantiere dove da 15 anni procedono i lavori per la realizzazione del Tribunale. Quindici anni. Ora non è che bisogna essere cinesi per scandalizzarsi visto a Wuhan, epicentro dell’epidemia, in 10 giorni hanno costruito un complesso ospedaliero per 10 mila posti letto. Ma a Reggio, se le cose non vanno in un certo modo, ne passeranno altri quindici e la “città dolente” saprà, come sempre, farsene una ragione.

Ci sono cose,invece, che Salvini potrebbe fare da Milano e da Roma e cioè mettere fine a tutte le ruberie che con la “spesa storica” sono state messe in atto ai danni delle popolazioni meridionali. Ovvero 60 miliardi, miliardo in più o in meno, all’anno  negli ultimi 10 anni. Tutte risorse destinate alla spesa sociale come asili nidoassistenza agli anziani welfare, servizi essenziali, come scuola, sanità,trasporti. Per non dire dei fondi assegnati  alle università per la ricerca: 101 milioni all’UNICAL, 428 a  quella di Bologna. Se Salvini vuol darsi da fare dia uno sguardo alla rete infrastrutturale del nord e a quella del sud, cioè quante strade, viadotti e tunnel sono stati realizzati al nord e quanti al sud. E poi c’è l’alta velocità che si ferma a Salerno. Gli spiegheranno i suoi cosa sono i trasporti in Calabria quando avranno in mano il turismo e l’agricoltura.

Salvini, bisogna riconoscerlo, a differenza di quel biscazziere della politica che è Roberto Calderoli (autore del famigerato “porcellum” nonché  ideatore della “spesa storica”, cioè la distribuzione  del fondo perequativo per le singole regioni di modo che chi ha avuto continua ad avere e chi non ha  – storicamente – avuto, continua a non avere, sul “regionalismo differenziato”), si è speso poco e continua a subire le pressioni di Zaia e Fontana.

E questo non perché sostiene le ragioni delle popolazioni meridionali, derubate della quota di spesa pubblica spettante, ma perché per il suo progetto “nazionalista” ha bisogno dei voti del sud e non è certo con la” spesa storica”che li conquista. Deve ringraziare l’ignoranza politica, la mediocre cultura di governo del ceto politico meridionale che fino ad oggi, anche perché asservito alle direttive romane, ha assecondato i governi nazionali, di centrodestra e di centrosinista, nell’applicazione della spesa storica.

Tornando al ritorno di Salvini in Calabria, le cronache raccontano che la sera ha cenato con Jole Santelli in un ristorante di Scilla allo sciacquio dei massi della Chianalea.

E’ da ritenere che i due, accompagnati da una ristrettissima cerchia di feudatari, abbiano parlato del risultato elettorale, del consiglio regionale e, soprattutto,della formazione della giunta. Se poi si voleva accennare a una scala delle priorità da affrontare, una volta varata la giunta, non c’era che da scegliere da dove cominciare. I gaudenti portavoce della  comitiva politica, invece, si sono premurati di far sapere che la cena è stata a base di pesce, che i toni sono stati pacati e cordiali e che non si è assolutamente parlato di politica, meno che mai di assessorati e di priorità delle cose da fare. E’ stata, a quanto pare, una cena “british” all’insegna delle buone maniere e dei protocolli diplomatici. Verosimilmente, se non hanno parlato di calcio o del festival di San Remo, avranno commentato il mancato impeachment di Trump, il flop dei democratici in Iowa, la Libia di Haftar e Al Serraji e i rapporti con L’Egitto che non vuole consegnare gli assassini di Giulio Regeni. Assolutamente no di migranti, porti chiusi, sbarchi e sequestri di persona e processi all’orizzonte. Soprattutto i portavoce hanno messo in risalto il comportamento signorile di Matteo Salvini che non ha mai alzato la voce ed ha tenuto sotto controllo quei tic truci da bovaro della Valbrembana qundo suona ai citofoni.

Ora si può essere dei coglioni fuori misura e trovarsi a fare i portavoce o gli addetti alla comunicazione di personaggi politici o figure istituzionali  ma c’è un limite a tutto. E poi Jole Santelli è una donna non solo intelligente e politicamente navigata ma anche capace di trattare argomenti delicati e politicamente complessi senza alzare la voce e senza scantonare. Perchè dare della presidente della giunta regionale l’immagine di chi  è andata a rendere omaggio al “capitano” della Lega, in un ristorante di Scilla, per mangiare pesce e non parlare di politica? Non è attendibile.

Col suo 55,29% di voti ottenuti Jole Santelli non si vede quale subordinazione psicologica dovrebbe avere nei confronti della Lega e di Salvini. Una ricostruzione della cena, più attendibile, suggerisce che, trovandosi a Reggio dal mattino, Jole Santelli, dopo aver incontrato Salvini nell’hotel dove alloggiava col suo staff, da padrona di casa lo ha invitato a cena, come si fa in Calabria dai tempi della Magna Grecia, ma anche per uno scambio di valutazioni in vista degli incontri ufficiali. E siamo sicuri che quando Salvini ha fatto finta di voler pagare il conto, la Santelli lo ha rassicurato: ” Non se ne parla, abbiamo già provveduto. Tocca ai padroni di casa, tu sei un ospite”. Salvini ha colto il messaggio e ha dovuto abbozzare.

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