Questa sera torna in campo la Tonno Callipo Vibo Valentia, che recupera il match sul campo di Trento. Ma la vigilia è caratterizzata dalla polemica a distanza fra i due presidente, Diego Mosna (Trento) e Pippo Callipo (Vibo) con il primo che avrebbe voluto il rinvio del match perché i due suoi palleggiatori sono positivi al Covid, mentre la società vibonese si sarebbe opposta. Le posizioni divergenti sono emerse dopo una riunione svoltasi lunedì alla presenza di tutti i rappresentanti delle squadre di SuperLega.
L’attacco di Mosna
Sul proprio profilo facebook, il Presidente di Trento ha espresso la suo opinione in merito: “
Non è bastata una riunione fiume, svolta lunedì pomeriggio alla presenza di tutte le Società di SuperLega, per rinviare d’ufficio il nostro match di mercoledì con Vibo Valentia. Tutto ciò nonostante la quasi totalità dei Club avesse espresso il proprio parere positivo per non disputare un match in cui una delle due formazioni lamentava l’assenza di entrambi i palleggiatori per Coronavirus. Contrario è risultato essere proprio Callipo.
Trovo tale comportamento assolutamente antisportivo, privo di etica e morale e veramente di basso rango. Resto inoltre sorpreso, purtroppo negativamente, dal comportamento della Lega Pallavolo Serie A che è rimasta rigida su questo argomento.
Noi mercoledì sera scenderemo (probabilmente) in campo, restando però indignati con Callipo e con la Lega stessa; mi spiace constatare che per un motivo come questo ci si avviti sempre più in una spirale di interessi singoli e non del movimento”.
La replica di Callipo
Questa, invece, la replica del Presidente di Vibo, Pippo Callipo: “Io non ero presente e a relazionarmi sulla riunione è stato il nostro direttore sportivo Ninni De Nicolo. Da quanto mi è stato riferito non si è trattato di un incontro fruttuoso. Tante ore di discussione (dalle 15 alle 19.20) in cui ogni società ha cercato di farsi portavoce dei propri interessi. Qualcuno lo ha fatto anche usando toni poco civili e ricorrendo a parole scurrili. Addirittura, ad un certo punto della discussione, alla mia società è stato attribuito l’appellativo di ‘delinquenti’. A formularci l’offesa è stato uno dei dirigenti presenti e alla quale nessuno dei partecipanti ha obiettato. Una grave offesa che non può passare inosservata.
La nostra colpa? Quella di voler rispettare le regole in vigore e stabilite ‘a priori’. Regole che dovrebbero essere uguali per tutti gli associati al Consorzio indipendentemente dalle circostanze che si verificano in un determinato momento.
Mi stupisce come ciò possa accadere alla presenza del presidente di Lega, Massimo Righi, al quale mi rivolgerò per fare richiesta della registrazione dell’intera riunione. Successivamente valuterò, insieme ai miei legali, se esporre denuncia nei confronti di chi ha usato parole oltraggiose verso la mia società.
È evidente, purtroppo, che ogni Club sta tentando di far stabilire la regola più comoda in base alle proprie esigenze e alla propria situazione”.