Dom 4 Giu 2023
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Cosenza, boom di adesioni alla petizione di Coldiretti contro il cibo sintetico

Soddisfazione della Coldiretti poiché all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri c’è il disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”.

Lo schema di disegno di legge del Governo contro il cibo sintetico risponde alle richieste di mezzo milione di italiani che hanno firmato la petizione promossa da Coldiretti per salvare il Made in Italy a tavola dall’attacco delle multinazionali, sottoscritta anche dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.

Le firme a supporto della nuova normativa, che hanno registrato al Villaggio Coldiretti Cosenza un boom di adesioni, sono state raccolte lungo tutto il Paese da Coldiretti insieme a Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia.

La petizione ha ricevuto l’adesione anche di altri ministri e sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori tra cui il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, tanti sindaci Sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni tra cui l’assessore Gallo, imprenditori e diversi vescovi.

Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di pollo creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della Good Meat, il rischio è una diffusione anche nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia la Coldiretti – potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta.

«Le bugie sul cibo in provetta – segnala la Coldiretti – confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali».