Il censimento effettuato dal Mibact attraverso il progetto ‘Archeomar’ ha permesso di localizzare, rilevare, documentare e catalogare lungo le coste di Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio e Toscana oltre 1.500 siti sommersi.
I fondali calabresi fin dai secoli più antichi costituiscono un patrimonio archeologico sommerso tra i più ingenti, dunque da tutelare.
Ultimo ritrovamento calabrese, in ordine di tempo, a Reggio Calabria, nello specchio di mare antistante la via marina. Durante l’attività di ricognizione, il rinvenimento di numerosi resti di contenitori da trasporto e porzioni di fasciame di uno o più relitti di epoca antica.
Ed è per questa ragione che il Mibact ha stanziato 100 mila euro. Il finanziamento servirà per la definizione e delimitazione dell’area attraverso attività di rilevamento strumentale, prelievo di campioni per le analisi delle essenze lignee e delle fibre vegetali, redazione delle schede dei reperti archeologici sommersi e ove necessario, all’eventuale recupero dei reperti mobili.