In vista delle elezioni regionali che, verosimilmente, dovrebbero svolgersi tra marzo ed aprile prossimi, cioè a dire tra 5-6 mesi, i “giochi” politici sono iniziati subito dopo i funerali della cara Jole. Sia nel centrodestra che nel centrosinistra è partita la “corsa” per l’indicazione di chi indicare come nuovo timoniere della casa dei cittadini calabresi.
Al momento lo scenario è tutt’altro che chiaro: proviamo a raccontare quel che dietro le quinte dei partiti e delle coalizioni accade.
Partiamo dal centrodestra: chi al posto di Jole? La scelta, questo sembra assodato, spetta ancora a Forza Italia, gioco forza. Ed a parte il bisticcio di parole, resta il “bisticcio”, questo sì, tra pretendenti. In calo ad esempio le quotazioni dell’assessore Gianluca Gallo che ha operato certamente bene ma che, forse, non gode dell’appoggio romanocentrico. Altro discorso per Roberto Occhiuto che, invece, punta proprio su questo. E lavora sottotraccia nel partito dove riveste il ruolo, non secondario, di vicecapogruppo alla Camera e tra gli alleati.
A proposito di quest’ultimi: qualcuno lascia trasparire la volontà di puntare, anche in questo caso, su una donna “forte e tenace”. Che risponde al nome di Wanda Ferro, parlamentare di Fratelli d’Italia. La Ferro si è detta “pronta” ma non alle condizioni del passato con una candidatura, la sua, arrivata al fotofinish negli anni scorsi con esiti già consolidati. Per gli avversari.
Sul versante opposto, nel centrosinistra, c’è una partita nella partita. Ufficialmente il Pd, prima forza della coalizione, sta lavorando per trovare la sintesi su Nicola Irto che è stato il più votato a Reggio e dintorni. E mentre Mario Oliverio, l’ex presidente, cerca di alzare il prezzo e rivendicare, legittimamente, ruoli e prospettive (non necessariamente solo per lui), c’è chi – anche in questo caso abbondantemente sotto i radar degli addetti ai lavori – sulla candidatura di Marco Minniti. Politico reggino, certamente di spessore e con entrature nazionali tutt’altro che minute.
Se fosse “Marco”, come viene affettuosamente chiamato dai pasionari rossi, cadrebbe d’un botto il castello politico – paradossalmente – anche nel centrodestra e con la candidatura di Roberto Occhiuto. Perché? Cosa c’entra Minniti con Occhiuto? Presto per dirlo ma, chi conosce ambienti e circostanze, lascia intendere che le mosse sulla scacchiere queste sono. Non altre.
Infine il “terzo” polo o la società civile se vogliamo definirla tale. Carlo Tansi fremita. E dopo il buon risultato alle scorse regionali, adesso intuisce che la gente sembra essere stanca di partiti, destra e sinistra, e promesse mai mantenute. Soprattutto in questi drammatici momenti di covid, pandemia e scelte impopolari.
Molti giurano, tra le strade e su social, di non votare mai più per questo o quel politico conosciuto. Questo o quello schieramento. Ma poi, chissà se dentro quell’urna, maledetta o benedetta, si confermerà tale tendenza.
Quindi: Minniti, Irto, Occhiuto, Gallo, Ferro, Tansi o?