Le tantissime produzioni culinarie della nostra regione sono riconosciute tra le più buone al mondo.
La cucina calabrese è una cucina povera, ma ricca di sapore, con numerosi piatti fortemente legati alle ricorrenze religiose: a Natale e all’Epifania è usanza mettere in tavola tredici portate, mentre a Carnevale si mangiano maccheroni, polpette e carne di maiale. La Pasqua si festeggia con l’arrosto d’agnello e tra i dolci tradizionali ci sono le morbide “cuzzupe” che cambiano nome a seconda della zona della regione dove ci si trova. A Reggio Calabria le chiamano gute o sgute (più morbide e simili a delle brioches), a Cosenza invece diventano i cuculi .
Non esiste Pasqua senza questo dolce nelle case calabresi. Dolce che vanta lontanissime origini si prepara di varie forme e dimensioni per ogni caro della propria famiglia. Si modella a forma circolare intrecciata, a forma di cestino, di colomba, di borsetta per le bambine o a forma di omino per i maschietti.
La preparazione è un po’ lunga e laboriosa, ma il risultato è eccezionale.
Cuculi (“cresciuti”) di Pasqua. Ingredienti e preparazione
16 uova
4 kg farina
1 kg zucchero
500 gr strutto
1 e 1/2 di lievito di birra
Preparare il lievito madre (la levatina) con 1 kg farina e 1 lievito (un giorno prima)
Aggiungere tutti gli ingredienti il giorno seguente e continuare a far lievitare l’impasto ottenuto (la pasta deve risultare liscia ed elastica).
Dividere l’impasto in tante parti e formare con le mani un lungo cilindro; quindi intrecciarlo senza però stringere troppo perché in cottura l’impasto aumenterà di volume. Dare la forma e lasciare lievitare ancora.
Adagiate i cuculi su una teglia da forno, distanziati tra loro perché in cottura cresceranno, ed infornate a 190°/200° in forno caldo per circa 15 minuti.
Toglierli dal forno e spennellarli con del latte, poi rimettere in forno e cuocere per altri 15 minuti circa, finché non saranno dorati. Fate raffreddare e servite.